martedì 28 giugno 2011

Due giorni importanti.

Avevo in mente di scrivere il post sulla montagna sul quale siamo stati domenica, un posto meraviglioso, ma non ci sono riuscita.
Ho provato ieri ha scrivere il post,anzi devo essere sincera ho provato a pensarlo ma non ce la facevo, ieri è stata una giornata calda e densa di avvenimenti per la mia valle, la Valle di Susa, per chi non ha presente dico solo una parola TAV .
Già nel mio blog leggete sito denuclearizzato e No tav, sono nata a Torino ma all'età di un anno sono stata trapiantata in bassa valle di Susa, con questo blog, oltre a divulgare i miei esperimenti culinari, mi propongo di far conoscere il mio Piemonte, le mie montagne, qui abbiamo posti meravigliosi ma poco conosciuti.
La mia valle oramai arriva alle cronache solo per le manifestazioni No Tav, per fatti di cronaca, come ieri, credo e spero che abbiate sentito i telegiornali, parte delle notizie erano distorte ma come disse O. Wilde: bene o male l'importante è che se ne parli.


Non sto a raccontarvi delle rava e della fava, penso che non vi interessi la mia opinione, però vorrei che la vostra opinione fosse il più possibile ponderata da voi e non dai giornalisti e dal governo, ieri al tg5 ho sentito delle cose che mi hanno fatto rizzare i capelli e mi è schizzata su una rabbia verso chi dovrebbe fare informazione ma sempre più chiaramente non la fa.
Questo è una parte di quello che è successo ieri.
Da ieri mattina alle 4.40 am la polizia in assetto anti-sommosa ha chiuso l'autostrada dal casello di Almese a quello di Bardonecchia per poter insediare il cantiere e ottenere così (forse) gli stanziamenti dalla comunità europea. Il cantiere è, e verrà presidiato militarmente, come gran parte della Val Susa, lo resterà perchè c'è paura.
Non mi sento di condannare i poliziotti, loro eseguono degli ordini, sono pagati da noi per questo, peccato che però eseguano degli ordini da persone che non abbiamo scelto noi, questa mi sembra la classica guerra tra poveri.
Noi difendiamo il nostro territorio da un'opera che ha dei risvolti economici importanti che ricadono su tutti gli italiani e che nel futuro, se verrà avviata, creerà finanziarie pesanti. Questo è l'aspetto su cui politici e giornalisti fanno procalmi, quello di cui si parla meno è il benessere, inteso come benessere sanitario e paesaggistico di una valle già fortemente antropizzata. 
Il video che segue è rimbalzato in rete a una velocità folle, non posso che condividerlo: questo è il movimento No Tav!


Fra qualche minuto partirà una manifestazione da Rivoli che finirà a Susa, in bicicletta, per ribadire il concetto di lentezza e sostenibilità.
Sta sera ci sarà una fiaccolata a Susa alla quale parteciperò, saremo tanti, sarà dura ma resisteremo!!
Il 3 luglio ci sarà una manifestazione a livello nazionale a Chiomonte, ore 9.
Namastè.

sabato 25 giugno 2011

Clafoutis di melanzane e carote.

Io vorrei tanto capire perchè rimango affascinata da una ricetta, me la scrivo o la stampo da qualche parte e la lascio lì, cosciente della sua presenza, so benissimo che lei c'è e che mi interessa ma ogni volta mi manca qualcosa per prepararla, non una volta, tutte, per cui può benissimo passare un anno dal momento in cui la vedo al momento in cui riesco a proporla. Questa ricetta ne è la prova, letta chissà dove, scritta sulla mia agenda delle ricette.

Posso fare una digressione? Ma voi l'avete una agenda delle ricette?Io ho cominciato da un quaderno dove annotavo le mie ricette e quelle degli altri (pre blog) poi magicamente ho finito il quaderno e ho comprato un'agendina piccola piccola in cui segno le ricette che mi rimangono impresse, poi ho una scatola in cui metto le ricette che stampo...insomma ovunque cose da provare!

Per tornare al discorso di prima, molte volte io preparo la ricetta in questione senza sapere nulla è il caso del polpo, ma chi lo sapeva che poteva venire durissimo ed era una ricetta a rischio, io ho provato è venuto bene al primo colpo, amen!
Oppure la tenerina, mi hanno dato la ricetta io ho provato, qualcuno ci mette lo lievito qualcuno no, a me è piaciuta un monte!
Idem il clafoutis non avevo idea che fosse un dolce, infatti il mio è salato ed è venuto delizioso...forse sono di parte, solo che l'ho assaggiato ed era veramente buono!
Lo riproporrò a breve agli amici yogici, vedremo cosa diranno loro.
Per ora la cavia storica era felicissima, gli è piaciuto davvero tanto.

E' una preparazione semplice che richiede però almeno due ore di tempo tra preparazione e cottura, abbiamo notato che risulta pi buono il giorno dopo scaldato nel grill.


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Ingredienti per due persone:
1 melanzana media;
1 carota;
2 uova;
50 g di farina integrale;
10 g di panna;
olio e.v.o.
sale grosso.

Affettare le melanzane con uno spessore variabile dai 0,5 a 1 cm, usando un colapasta fare uno strato di melanzane e uno di sale grosso (qualche granello per fetta) aggiungere un piatto sopra e metterci un peso, io ho usato un fantastico sacchetto di riso. Lasciar riposare un’ora.
Nel mentre prendere la carota, pelarla e tagliarla a rondelle, cuocerla a vapore sinchè non sarà cotta.
Prima di cuocere le melanzane vanno lavate dal sale e asciugate dopodichè si possono formare degli strati alternati di melanzane e carote, fino a  finire tutti i componenti.
Rompere le uova e dividere i tuorli dagli albumi, montare gli ultimi a neve e metterli da parte, per quanto riguarda i tuorli montarli con la farina e aggiungere la panna.
Unire poi i due composti facendo attenzione a non smontare gli albumi, quindi usare la solita tecnica "dal basso verso l'alto".

Infornare a 180°C per 30 minuti, quando la crosta si sarà dorata il piatto sarà pronto.
Ps, se non amate il salato oltre al sale grosso non  aggiungete altro.

martedì 21 giugno 2011

Monte Sagro, Alpi Apuane.

Ohhh siamo tornati a camminare, Ave Montagna!!!
Ne sentivo proprio la mancanza, sgambettare, respirare aria pulita e stare a fantasticare mentre cammino è una cosa che mi rigenera.
Certo che se leggete qui  penserete che sono proprio una ciarlona, in realtà la camminata è durata sette ore, pause pranzo escluse, si ho usato il plurale, io in montagna ogni due o tre ore devo mangiar qualcosa, vado in deficit se no, è una cosa che ho imparato in questi ultimi quattro cinque anni, arrivo a un punto che non riesco più a connettere e cammino per inerzia, per cui mi basta poco, un frutto, due pomodorini, cioccolato, insomma qualcosa che mi fermi a fame e rilasci anche qualche sostanza nel mio corpo.


L'ascensione al Sagro è prevista in 60-80 minuti da Foce Pianza 1270 m, vi chiederete a sto punto che abbiamo fatto per tutto il tempo, abbiamo fatto l'anello basso e poi alla fine abbiamo seguito il sentiero per andare in punta, la discesa è avvenuta ovviamente per un percorso diverso...sapete abbiamo la capo gita a cui piace fare i giri ad anello...
Abbiamo seguito il sentiero che piano piano scende e, come dice Manuel, questa è tutta quota che poi dovremmo riprendere, mai parole furono così vere, in ogni caso abbiamo cominciato a seguire in sentiero n 172 del cai, si scende e si intercetta un taglio di cava, davvero impressionante, sembra veramente che il monte venga affettato. Purtroppo il Sagro è composto da un ottimo marmo, molto pregiato e le cave qui si sprecano.



Ecco come si vede l'azione antropica:

 Non sembra l'azione di un'affettatrice?

Invece se si guarda dal basso verso l'alto lo scenario cambia molto



abbiamo proseguito il percorso fino a Foce Luccica 1029 m da dove si interseca il sentiero n 38, anche qui lo scenario è abbastanza impressionante, quell'aggregato di case, in mezzo alle cave, è la famosa Colonnata, essendo questo un blog foot and food dovreste ben capire a cosa mi riferisco.



Abbiamo poi proseguito il nostro cammino sotto abeti bianche i faggi, fino a trovarci di fianco al Catino (è una depressione) e poi da lì hanno deciso che saremmo saliti in vetta...io devo fare la pigra del gruppo no?
Comunque alla fine l'ascensione è stata meravigliosa per la presenza prepotente della Saxifraga ligulata Bellardi:



ne ho fatto un book, mi incuriosiva tantissimo questa pianta, mai vista fiorita, ma davvero meravigliosa, formava mazzi bianchi per le rupi, sembravano dei bouquet, mi sono informata e ho scoperto che è endemica delle Alpi Apuane, dell'Appennino tosco-emiliano e delle Alpi Marittime, bellissima mi ha davvero incantata.
Un'altro fiore incontrato è la Dactylorhiza maculata (scusate non son sicurissima sono tutte molto simili)
della famiglia delle orchidee.



E poi il Lilium bulbiferum L. dalle mie parti chiamato Giglio di San Giovanni:



Il giro è stato impegnativo ma molto ludico, come al solito abbiamo fatto grandi chiacchierate, una sorta di scampagnata un po' più impegnativa, la terza cime, nella nebbia è la cima del Monte Sagro 1752 m.


Spero vi sia piaciuto.
Vi anticipo che il prossimo giro è sulle mie Alpi, un' escursione fatta qualche settimana fa in un posto meraviglioso.

sabato 11 giugno 2011

Panna cotta al formaggio e peperone rosso.

Ecco la ricetta per la terza sfida del gioco Naso da tartufo, il cavallo di battaglia che ho scelto è stata Panna cotta, dando per  scontato che chiunque lo leggesse l’intendesse dolce,  visto la mia nota golosità.
In realtà io non ho un cavallo di battaglia, non mi sento ancora specializzata in nulla, tutto quello che cucino lo faccio sull’onda della curiosità, certo è che se vengo invitata da amici a cena a casa porto il dolce, l’ultima volta il tiramisù; sarà che qui in Piemonte lo fanno tutti per cui nasce in modo istantaneo la sfida a chi lo fa meglio, io  non amo proporlo, l’ultima volta avevo poco tempo per cui l’ho fatto…che ansia, in pratica a quella cena c’erano  due “chef” del tiramisù, alla fine zitta zitta il mio era buonissimo e mi è stato chiesto il segreto…segreto???Perchè esiste? Usiamo tutti gli stessi ingredienti!
Detto questo per questa sfida dovevamo rivelare il nostro cavallo di battaglia e ricrearlo allo specchio, ossia se era dolce salato e se era salato dolce…devo dire che io me la son cavata bene, quantomeno quello che ho cucinato è mangiabile, certo non si può dire di altri piatti preparati per l’occasione.

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Io ho creato un solo bicchiere perchè non avevo molto in casa e perchè banalmente non avevo idea di come sarebbe venuto…
Così mi son serviti:
80 g di panna da cucina;
200 g di robiola fresca;
una punta di un cucchiaino di agar agar;
pepe e sale;
1/4 di peperone rosso;
1 scalogno;
olio e.vo.
In una pentolina ho fatto scaldare la panna con una macinata ti pepe e di sale, quando ha cominciato ad esser calda ho aggiunto la robiola e l’agar agar, ho spento il fornello e ho cominciato a miscelare bene.
Ho riempito il bicchiere e l’ho lasciato riposare in frigo.
Per creare lo strato sopra colorato ho pulito 1/4 di peperone rosso l’ho tagliato a tocchetti piccoli piccoli e l’ho messo a rosolare con uno scalogno e dell’olio fino a che non si è creata una sorta di pappetta, non felice gli ho dato anche una passata di minipimer…l’ho versata nel bicchiere e livellata.

giovedì 9 giugno 2011

Torta zenzero candito e cioccolato.

A volte la vita mi stupisce e lo fa in senso positivo, meraviglioso vero?

Qualche settimana fa sono stata contattata da una ragazza che mi chiedeva se poteva postare una mia ricetta di biscotti  citando la fonte.

Posso dirlo, posso, posso?

Ma certo che sì, ma si è mai visto che si possa dire no a una persona corretta? Ce ne sono così poche che quando le incontri non puoi che sorridere per tutto il giorno, non so se a voi fa lo stesso effetto ma io sono felice, felicissima, già solo l'idea che qualcuno rifaccia un mio piatto mi riempie di orgoglio, poi se è una bloggers è ancora più bello.

Spero succeda ancora, perchè il bello del blog è la condivisione, mi piace lasciare e leggere commenti su il mio e sui blog di altre persone, e l'idea di riuscire ad entrare nelle cucine altrui è veramente carina.


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Ed ora bando alle ciance, devo recuperare un po' di tempo perso...

Ingredienti, tortiera da 22 cm di diametro:
160 g di cioccolato fondente;
100 g di yogurt naturale;
50 g di mandorle sgusciate e tritate;
75 g di farina "00";
40 g di zucchero;
55 g di zenzero candito tritato;
3 uova;
1/ 2 bustina di lievito;
1 pizzico di sale.

Dividere gli albumi dai tuorli, montare a neve i primi e amalgamare bene i tuorli con lo zucchero.
Per velocizzare le operazioni sciogliere il cioccolato o a bagnomaria o con un goccio di latte, lasciar raffreddare a lato.
Nel mentre prendere il santo mixer e triturare sia lo zenzero in pezzi più o meno piccoli, va a gusti, e le mandorle.
Aggiungere quindi alla farina lo lievito setacciandolo (adesso che ho il setaccio è un godimento) al composto di uova, amalgamare bene, aggiungere lo yogurt e il cioccolato stemperato. Come al solito l'operazione che richiede un po' più di attenzione è quella che prevede di incorporare gli albumi a tutto il resto del composto, fatelo con calma.
Ed ora infornare a forno già caldo a 180° per 40 minuti.
Spero vi piaccia, questa torta è durata pochissimo!!!

Se hai qualche dubbio puoi provare a vedere qui.

Visto che ho una memoria a breve termine, vorrei ringraziare Angela per avermi assegnato questo premio, vorrei girarlo a tutte le persone che mi seguono.
Un bacione

lunedì 6 giugno 2011

In giro per Torino e…pasticcio di salmone.

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Ma ci credete che sono a Torino 12-13 h al giorno e non vado mai in centro? Per inciso basterebbe un pullman e dieci minuti di percorso...direi scandalosa, davvero a volte mi stupisco di quando sono pigra e di quanto poco ami la mia città, ma...sono una montagnina non c'è niente da fare! In ogni caso mi sembra doveroso un post sulla città più importante di questo anno, la città che fino a novembre ha in serbo tante manifestazioni ed eventi, una città che conosco pochissimo tra l'altro.

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Finalmente sono venuti a trovarci i ns amici pratesi ormai fiorentini, una scusa per andare a Torino e visitare l'OGR...ma voi ci credete??Macchè nemmeno a sto giro ci siamo andati, pioveva a secchiate e abbiamo preferito i comodi portici per non girare con l'ombrello, così abbiamo giracchiato un po' fino ad arrivare a Piazza Vittorio, la più grande piazza porticata d'Europa, ben 40000 metri quadrati...come dire mica sciocchezze!!!
Lo so che dalla foto non si direbbe ma pioveva, si col sole!

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Essendo leggermente sfortunati, Palazzo Reale non aveva più visite guidate, per salire sulla Mole c'era da fare un'ora e mezza di coda (e il tempo brutto) abbiamo ripiegato sul Monte dei Capuccini dove si trova il Museo della Montagna...ehhh vi ho stupite eh?Beh il museo è molto grazioso, la prossima volta che ci vado mi porto una sedia così non mi rompo la schiena a star ferma davanti ai monitor a guardare i video, ringrazio molto i sorveglianti che non mi hanno detto nulla essendomi seduta per terra anche davanti a loro...la mia sfacciataggine non ha limiti!
Abbiamo avuto fortuna perchè il tempo è migliorato leggermente ed è uscito un timido solicchio, tanto da concedere la vista di qualche montagna.

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Cane curioso…

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E dopo questo per cena un po' di salmone, voi vi ricordate i miei 5kg di salmone di quest'inverno????Volevo dirvi che questo era il mio ultimo pezzo, amen.
Quando penso al salmone la prima cosa che mi viene in mente è questa:

 
Darei un premio a questo pubblicitario è adorabile!!!
In ogni caso, sapendo che il sabato non avrei avuto modo di cucinare alcunchè e sperando in una temperatura mite (non certo i 16 °C) avevo pensato di preparare un bel pasticcio di pesce, salmone e patate, che connubio ragazzi!
Non ho fatto foto, no non mi andava proprio, poi trovo che i pasticci siano inguardabili, buoni ma non proprio fotogenici, così vi scrivo solo la ricetta, così la Manu non devo diventare pazza, basta un copia e incolla e appena le capita un pezzo di salmone tra le mani ha un'idea in più da vagliare.
Parto subito col dire che questo piatto deve riposare per un giorno e una notte, quindi è l’ideale quando hai gente a cena ma non puoi stare a casa a cucinare cosa accaduta sabato, avendo ancora del salmone in freezer…si lo so era ora che lo facessi fuori ho pensato bene di usare una coppia di amici come cavie, ottime cavie perchè non hanno particolari intolleranze e sono critici, per cui direi che il piatto è finito ed è piaciuto.
Non avendo grande dimestichezza col pesce mi piace questo tipo di approccio, dove in pratica si sente solo il gusto del pesce e non si bada più di tanto alla forma…veniamo alla ricetta che ricorda un po’ il polpettone di tonno.
Dosi per 4 o 5 persone, contandolo come piatto unico:
500 g di patate;
800 g di salmone;
2 scalogni o 3 a seconda della dimensione ;
prezzemolo, salvia, timo
il succo di 1/2 limone;
1/2 cucchiaino di peperoncino;
5 o 6  cucchiai di olio e.v.o.;
sale.
Lessare le patate salando l’acqua.
Nel mentre cuocere a vapore il pesce, con una foglia di alloro (che mi son scordata).
Una volta lessate le patate, passarle e insaporirle con la metà dell’olio e il peperoncino.
Togliere le lische al pesce e spezzettarlo grossolanamente, nel mentre tagliare a rondelle gli scalogni e insaporirli con le spezie, l’olio e  il succo di limone, aggiungere i tre composti e mescolare bene.
Io ho preso lo stampo del plum cake e l’ho riempito tutto con la preparazione, coprirla e lasciarla raffreddare un po’ fuori dal frigo e poi nel frigo per un giorno intero, copritela con della pellicola per evitare gli odori del frigo, per inciso avendo usato uno stampo in silicone non ho bisogno di usare altra pellicola, se invece lo stampo del plum cake è di alluminio dovete foderarlo di pellicola, se no rischiate di litigarci o di romperlo per sformarlo.
Dubbi?Di sicuro uno: ma lo scalogno lo cuocio o no?No lo scalogno sarà crudo, ma essendo meno forte rispetto alla cipolla sarà un piacere assaporarlo, nel mio caso le patate non erano un granchè per cui hanno reso il piatto un po’ più saporito.
Visto che non è un piatto bellissimo da vedere io l’ho guarnito con un po’ di rucola tagliata fine fine.

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