domenica 14 dicembre 2014

Torcetti


Vi sto stupendo eh???
Torno a scrivere sul blog e pubblico ben tre ricette di biscotti una dietro l'altra...miraggio!!! Beh Natale è Natale no?Metti che hai voglia di fare un biscotto ma hai già provato tutti quelli che ho postato (ma che davvero??) se non ne posto di nuovi prendi e te ne vai...e io resto sola, proprio a Natale? Cioè sarebbe un devasto, Nico mi troverebbe sul divano con la copertina verde a piangere sui miei ricettari. Ok, la smetto di dir cavolate, veniamo al sodo, veniamo ai biscotti.
Credo che i torcetti siano stati in assoluto il mio primo amore, che poi è un dolce semplice , rustico, non è una frolla, non è un bignè non è alta pasticceria ma è un biscotto antico, risale infatti al '700, una goduria per il palato, ovviamente esistono mille varianti e questa è la mia.
Un solo accorgimento, dopo averli fatti devono riposare almeno 12 ore per esser mangiati, si insaporiranno e diventeranno croccanti.
Qualche notizia in più la trovate qui.




Ingredienti per una leccarda, circa 20 torcetti :

200 gr di farina, io integrale + 50gr per la seconda lievitazione;
3 gr di sale integrale;
5 gr di lievito di birra;
100 gr di burro morbido.
zucchero integrale qb.

Io ho usato la planetaria.
In un bicchiere d'acqua tiepida sciogliere il lievito di birra aggiungendo una punta di cucchiaino di zucchero o meglio di malto, aggiungere poi alla farina e lavorare sino a quando non avremo una palla morbida e non appiccicosa, coprire e lasciar riposare un'ora fino al raddoppio del volume.
Lasciar fuori 100 gr di burro ad ammorbidire una mezz'oretta e unire al composto lievitato, poco per volta, a questo punto bisognerà aggiungere i 50 gr di farina della seconda lievitazione, ricoprire e lasciar lievitare per un'altra ora, volendo se non avete tempo, si può mettere il frigo coperto da pellicola per 8h, e poi formare i torcetti e cuocere. Il composto che si crea è molto più morbido del primo.
Al termine della seconda lievitazione , per me quella normale non in frigo, ho dovuto mettere l'impasto in frigo per farlo rassodare un po', poi ho acceso il forno a 220°C, nel mentre ho tagliato a tocchetti l'impasto e ho cosparso il piano di lavoro di zucchero. Ho creato dei grissini lunghi 8-10 cm e larghi 1, li ho rotolati nello zucchero e li ho messi sulla carta forno della leccarda. 
Infornare per circa 15 minuti a 220°C o comunque fino a che non vedete la doratura sopra.

C'è anche un altra tecnica per la guarnitura, prima spennellata di acqua sul "grissino" e poi rotolamento nello zucchero, questo li rende lucidi, a me piacciono sia lucidi che no, lucidi tendono ad essere appiccicosi sulle dita e allora poi chi si ferma più???


Nb. un solo consiglio, saranno pure dei biscotti semplici ma sono abbastanza laboriosi per via della doppia lievitazione se li fate, moltiplicate la dose per due o tre, tanto non vanno a male, alcuni dicono che resistono anche sei mesi ( a casa mia non sono mai assolutamente durati più di un giorno).

mercoledì 10 dicembre 2014

Biscotti al cioccolato e burro di cacao.

Ormai un anno e più fa, ho comprato da una pasticcera un kg di burro di cacao, era l'unico modo per poter mangiare dei biscotti buonissimi che mi faceva Benedetta, prima o poi pubblicherò anche quelli, giuro! In ogni caso mi immaginavo che il burro di cacao mi venisse portato nella forma in cui più spesso lo avevo visto, ossia piccoli dischetti da un cm di diametro. Seee illusa, era un blocco di cemento di forma irregolare, una roba che se per caso mi cadeva sul piede pantofolato mi sarei ritrovata da un 38 a un 46 in due nanosecondi, oggi presa dalla furia l'ho tagliato tutto (non mangeremo tanto pane in casa ma il coltello del pane funziona benissimo col cioccolato e il burro di cacao) per poi riporlo in un contenitore in frigo. Perchè il burro di cacao vi chiederete? Per due motivi, primo perchè il burro vaccino mi devasta, mi scatena il prurito e spesso il mal di testa e poi aumenta il colesterolo, cosa che il burro di cacao non fa perchè è un burro vegetale, l'unico neo è che è molto più calorico del burro vaccino, ma chissene Natale è una volta l'anno no???
Così ho cominciato a lavorare il composto, prima le farine, il cioccolato, l'uovo e poi il burro di cacao fuso, ho mescolato per bene e mi sono girata un attimo per prendere la sac a poche, giuro era solo un attimo, la spatola stava ritta dentro al composto, ok ho pensato, ha solidificato un po'. Un po'? Ho rotto la spatola di plastica per toglierla dal blocco di cemento armato che si era creato. Il primo pensiero è stato "butto tutto, come lo lavoro con sac a poche?" secondo pensiero "no non posso buttarlo sarebbe uno spreco, vediamo se scaldandolo riesco almeno a formare delle palle semi guardabili" e così ho fatto.
Certo non si può dire che siano bellissimi e se devo esser sincera nemmeno dei biscotti memorabili ma son biscottini gradevoli, magari un po' di zucchero a velo sopra.




Ma visto che non ero soddisfatta ho provato a fare la stessa ricetta con il burro vaccino, sciogliendo il cioccolato per rendere l'impasto più morbido.




Ingredienti per una leccarda di biscotti, circa 40:
170 gr di farina integrale;
1 uovo;
100 gr di burro (cacao o vaccino);
60 gr di zucchero di canna;
30 gr di cioccolato fondente;
qualche goccia d'aroma di vaniglia (opzionale).

Vi consiglio di sciogliere tutto il cioccolato e aggiungere i burro morbido e poi la farina e lo zucchero, il composto è morbido, almeno quello col burro vaccino, io ho formato della palline lavorandolo con le mani. Il burro di cacao ha un punto di scioglimento molto basso per cui si riesce a lavorare abbastanza bene modellandolo anche per chi, come me, ha sempre le mani fredde.
Infornare a 180°c per 15-20 minuti.

Rettifico a quanto pare questi biscotti son buoni, ma non il giorno stesso ma il giorno dopo...saranno come il vino, più invecchia a più diventa buono? mah...comunque Nico li ha finiti.

giovedì 4 dicembre 2014

Gingerbread man.


I gingerbread sono per me i biscotti natalizi per antonomasia, li faccio ogni anno (o quasi, l'anno scorso ho saltato) ma a quanto pare quest'anno li rifarò tre volte per soddisfare il palato di tutti.



Ingredienti :
350 g di farina , la mia è integrale;
160 g di zucchero di canna;
150 g di miele (meglio quello di acacia che non è troppo forte);
150 g di burro ;
1 uovo;
1 cucchiaio di bicarbonato;
2 cucchiaini di cannella in polvere;
1/2 di cucchiaino di chiodi di garofano in polvere;
1/4 di cucchiaino di noce moscata;
2 cucchiaini di zenzero;
una punta di sale;
1 cucchiaino di lievito (opzionale).

Per la glassa:
1 albume montato a neve;
200 g di zucchero a velo;
coloranti alimentari.

Normalmente unisco tutti gli ingredienti secchi e li miscelo bene, aggiungo poi l'uovo, il miele e per ultimo il burro, uso una spatola per non toccare troppo l'impasto, una volta pronto lo appiattisco bene nella pellicola trasparente e lo lascio in frigo per un'oretta buona, nessun problema se l'attesa è più lunga.
Questo impasto risulta morbido e appiccicoso, il miele lo rende un po' antipatico perchè se lo lavorate troppo si attacca al mattarello, per cui quando sentite che è caldo è meglio rimetterlo in frigo per raffreddarlo.
Stendere l'impasto con uno spessore di 5 mm circa.
Io ho fatto 4 leccarde intere, ma i primi biscotti erano più piccoli, gli ultimi più grandi.
La cottura dipende dalla dimensione, la temperatura è standard 180°c forno statico e i tempi variano dai 6 minuti per i biscotti piccoli ai 15 per i biscotti medio grandi, un volta che si saranno dorati saranno pronti.
Una volta raffreddati si possono guarnire con la glassa, in un piccolo contenitore mischiare l'albume montato a neve con lo zucchero e, volendo i coloranti alimentari, poi con un cono fatto con la carta forno o con una sac a poche si guarniscono.
Conservateli in contenitori ermetici, durano 15 giorni se le vostre mani lo consentono.

martedì 25 novembre 2014

Un contorno con sedano rapa.

Questo contorno ha sempre generato stupore, ovviamente questo piatto è nato per caso quasi un anno fa, volevo salutare i miei amici più cari prima del trasferimento in Toscana per cui ho riunito tutti sotto il nostro tetto, ovviamente il "problema" maggiore era far mangiare proprio tutti, tra vegetariani, vegani e limitazioni alimentari varie (tra cui le mie), per cui tutto quello che ho cucinato quel giorno era adatto a tutti e, come sempre, il buffet è stato onorato. Devo dire che la terrina col sedano rapa è stata una delle prime a finire, tra lo stupore generale, io francamente avevo pensato a una persona in particolare che, ha delle limitazioni alimentari abbastanza restrittive , sapevo benissimo che non poteva mangiare i 3/4 di quello offerto nel buffet per cui avevo preparato un po' di cereali integrali , un po' di verdura saltata e cruditè varie per far mangiare anche lei, perchè per me la cucina resta condivisione, per noi italiani mettersi a tavola è come aprire le danze, tutti parlano ma parlano meglio se hanno qualcosa da mangiare e per me quella festa è stata importantissima, tutti quelli a cui avevo chiesto di venire c'erano e, tutti, son stati disposti a togliersi le scarpe, nonostante fosse dicembre , e portarsi un cuscino da meditazione, perchè non avevamo tante sedie tanti invitati per cui abbiamo mangiato seduti sul tappeto e sui cuscini, per fine serata ho tirato fuori tutte le mie mug per la tisana di fine pasto stupendo non poco i 19 partecipanti visto che avevo ancora mug per altre tre persone (ognuno ha le sue manie no?). 

Siamo nel periodo migliore per comprare il sedano rapa, la stagione di raccolta inizia a ottobre e finisce a dicembre, si conserva circa per 4 mesi per cui ragionevolmente potremmo consumarlo fino a  marzo- aprile.
Uno dei pregi del sedano rapa è il suo potere depurativo e drenante, questo fa di lui un valido alleato per il nostro fegato, inoltre è ipocalorico per cui ci aiuta a mantenere la linea, il che non è male eh?
Quello che si consuma del sedano rapa è la parte inferiore, il tubero, preferiteli piccoli così potrete consumarlo tutto intero non disperdendo le sue qualità nutrizionali  infatti è ricco di minerali e di vitamina K.


Ingredienti per 4 persone:
1 sedano rapa;
1 cipolla rossa (più dolce della bianca);
5-6 pomodorini secchi;
semi vari, lino,girasole, sesamo e zucca, 
1-2 cucchiai di olio di oliva.

Per chi non l'ha mai pulito un sedano rapa consiglio caldamente di usare un pelapatate o un bel coltello molto affilato, tagliato a cubetti di 1 cm per 1 cm andrà benissimo.
Tagliare la cipolla rossa a rondelle e lasciarla appassire in padella con un filo d'olio, aggiungere i semi oleosi (ricchi di minerali) per tostarli un pochino, così risulteranno più buoni,aggiungere i pomodori secchi precedentemente tagliati a striscioline sottili, aggiungere il sedano rapa, alzare la fiamma per permettere al sedano rapa di cuocersi trattenendo un po' della sua acqua per qualche minuto e  poi abbassare e mettere il coperchio, ci vorrà circa mezz'ora perchè il sedano diventi morbido. Per ultimo alzare la fiamma e lasciar asciugare un po' per un 5-10 minuti a vostro piacere. Il sedano rapa è molto ricco di acqua quindi in cottura ne rilascerà un po'.
Normalmente uso questa preparazione come contorno o con un riso basmati, o con riso venere o con qualche cereale in chicco che cuocio senza sale per permettere di mescolarlo con il sedano o usare la salsa di soia.

N.b.:

  • nella ricetta io non aggiungo sale, ossia uso il sale dei pomodorini secchi, ovviamente nulla toglie che possiate salare a piacimento.
  • i semi sono ovviamente un'aggiunta ma essendo importanti a livello nutrizionale sono parte integrante di quasi ogni mio piatto.
  • molto spesso aggiungo le alghe arame, nel caso vanno unite per ultime e non cotte (le alghe vanno messe a mollo per 10 minuti, sciacquate e poi fatte bollire 10 minuti, scolate e incluse alle pietanze, non più di 4 g a settimana).
  • ho accorpato anche i topinambur che ho trattato esattamente come il sedano rapa, ottimo abbinamento di due vegetali che troppo spesso non utilizziamo abbastanza in cucina.
  • se vi state chiedendo che sapore ha il sedano rapa è facile, sa di sedano ma un po' meno di quello verde a cui siamo abituati ed è immensamente più facile da digerire, spero di avervi incuriosito.

venerdì 7 novembre 2014

Plum cake quasi macrobiotico.

Il mio primo autunno inverno in Toscana, sapevo di dovermi aspettare la pioggia ma giusto per non farmi trovare impreparata il meteo ha pensato bene di abituarmi all'idea già da febbraio...ora mi manca solo il canotto e le galosce e poi sono una pescatrice.
Dopo il we del comics, che è stato devastante visto che in casa son passate ben 5 persone, ho pensato di dovermi riprendere con un bel dolcino, in realtà non è proprio macrobiotico in senso stretto, c'è lo zucchero anche se di canna, il lievito e  il cioccolato, non proprio ammesso in dieta ma avevo bisogno di coccole.
Ho visto questo plum cake su internet e non ho potuto far altro che modificare qualcosa qui e lì e provarlo, il fatto che sia senza uova e burro mi lasciava un po' perplessa ma che dire, il risultato mi ha soddisfatta e ha soddisfatto anche l'omo di casa.



Ingredienti:
300 g di farina integrale,
120 g di zucchero di canna,
210 ml di acqua,
40 g di olio di riso,
50 g di cioccolato a pezzetti,
1 bustina di lievito,
50 g di germe di grano,
50 g di granella di mandorle.

Il procedimento è imbarazzantemente semplice, unire gli ingredienti secchi , di cui solo metà delle mandorle,amalgamandoli tra loro, aggiungere prima l'olio e poi l'acqua e creare un impasto umido, la consistenza è molto più compatta rispetto a una torta tradizionale, tanto che nello stampo da plum cake (il mio di silicone, sennò prevedete di ungere e infarinare lo stampo) l'ho dovuto spianare un po' per evitare gibbosità dopo. Aggiungere la spolverata di granella di mandorle sopra.
Infornare a forno già caldo a 180°C per 50 min.

Note:

  • per quanto mi riguarda è abbastanza dolce ma Nico mi ha detto che per lui è passabile, io aggiungerei fino a 180 g di zucchero nel totale della ricetta per accontentare tutti.
  • il germe di grano è un'aggiunta e come tale può anche non essere messa.
  • si può banalmente aggiungere anche più cioccolato portando a 75-100 g il quantitativo.
  • non vi aspettate un dolce convenzionale si sente molto il gusto della farina, sopratutto perchè è integrale e appesantisce , è una questione di abitudine.


lunedì 27 ottobre 2014

Vellutata di zucca e zenzero.

Non so se anche a voi succede ma io in questo periodo vivrei di zucche e cavoli, mi piacciono mi piacciono e mi piacciono.
Qualche tempo fa ho comprato una zucca mantovana, scoprendo solo ora che in realtà è praticamente tutta commestibile, buccia, polpa, semi e foglie, io purtroppo l'ho pulita per 3/4 buttando via la buccia, per l'ultimo quarto vedrò di creare qualcosa.
I confort food per eccellenza, a mio avviso, son le vellutate, calde e saporite mi fanno sentire proprio coccolata.



Chiamiamola non ricetta, si perchè è veramente banalissima come preparazione ma son dell'idea che non deve essere sempre tutto complicato per esser buono.
Ingredienti:
zucca mantovana scubettata;
dado , il mio era home made;
acqua,
zenzero fresco.

Toh non ho messo le quantità, già perchè ormai la faccio ad occhio, ossia taglio la zucca, la metto in un tegame e al raggiungimento della quantità che ne voglio preparare, aggiungo acqua poco sotto il livello della zucca, aggiungo un cucchiaino di dado per ogni litro d'acqua e chiudo la pentola, ultimamente lo faccio con la pentola a pressione e dopo 20 minuti apro e frullo il tutto. Prima di servire aggiungo un filo d'olio a crudo e una grattata di zenzero senza esagerare.
Di una facilità disarmante no? Spesso ne faccio il doppio per poterla congelare, mi ha salvato tante cene!

martedì 7 ottobre 2014

Zenzero marinato.

Eccomi, alle prese col blog, un po' impacciata a dir la verità, dopo così tanti mesi di assenza. Non mi sono ancora ripresa dalla non voglia di cucinare anche se , finalmente avendo più tempo, quasi mi diverto ai fornelli, ma non diciamolo troppo forte va, che non vorrei spaventarla nuovamente questa voglia di cucinare.

Così qualche tempo fa ho preparato questo zenzero marinato, perchè nonostante sia finita in un paesino trovo regolarmente daikon, zenzero, papaya e mango...il daikon a Torino è pressochè sconosciuto, davvero a volte non mi capacito di alcuni articoli che trovo qui.

Una ricettina semplice semplice che , a mio gusto, trova applicazione in tante ricette, ricordandoci solo che lo zenzero è un elemento riscaldante nel nostro corpo ed è quindi meglio non abusarne.




Ingredienti:

250 g di zenzero fresco;

2,5 dl di aceto di riso;

1 dl di acqua;

4 cucchiai di zucchero di canna;

2 cucchiaini di sale integrale.

Ho cominciato lavando lo zenzero, sbucciandolo e tagliandolo finemente, un buono zenzero, fresco, dovrebbe non essere filamentoso, ovviamente il mio non era freschissimo, me lo devo coltivare o non lo troverò mai abbastanza fresco.

Bisogna sforzarsi di tagliarlo molto finemente, cospargerlo di sale e lasciarlo riposare per tre ore in una terrina.

Una volta passate le tre ore asciugare le fettine di zenzero e metterle in un barattolo precedentemente sterilizzato.

In un pentolino versate lo zucchero, l'acqua e l'aceto di riso e mescolate a fuoco lento finchè lo zucchero non si scioglie e il composto non comincia a bollire, a quel punto versate nel barattolo dello zenzero e chiudete, sarà pronto dopo una settimana, una volta aperto ovviamente bisogna conservarlo in frigo ma bisognerebbe finirlo quanto prima (un mesetto).

domenica 22 giugno 2014

Merluzzo gratinato.

Mi è sempre piaciuto scrivere e mi è sempre piaciuto leggere, ho scoperto poi innumerevoli cose che adoro fare, tra cui anche cucinare, in questi mesi di rigetto verso la cucina mi sono anche resa conto di quanto mi manca, mi manca un po' la mia vita di prima, il mio tran tran, il lavoro, la shala , gli amici e le cenette tra amiche single solo infrasettimana ( gli amori a distanza a volte hanno dei risvolti piacevoli).
Sono sempre stata una persona che più impegni ha più ne vuole, mi è sempre piaciuto essere super impegnata, in alcuni momenti talmente impegnata da crollar dal sonno appena mi sedevo, forse esageravo, qualche anno fa ho imparato la lezione e cercavo di fare tutto quello che volevo rispettando il riposo corpo - mente che mi è necessario per parlare in italiano...cosa non sempre semplice sopratutto quando parli 12 h al giorno con persone sempre diverse.
Ho sempre cercato di tenere un po' fuori il mio blog dalla mia vita privata, non ho mai voluto che invadesse il mio spazio , ma sapete che vi dico? Ma chissene, nel tempo il mio rapporto col blog è cambiato, la mia vita è cambiata e cambierà ancora per tutto il tempo in cui sarò su questa terra. Questo per dire che mi sono accorta che non avendo i miei amicici in carne ed ossa con tutte le loro differenze che tanto me li fa mancare, mi sento come una pentola su un fornello con l'acqua dentro, sto sobbollendo, dentro è proprio così che mi sento, in fermento da un lato e dall'altro compressa, se per ora ho molto tempo per me non riesco a concentrarmi per farlo fruttare al meglio, so che questo periodo dovrebbe servirmi per immagazzinare energia e rilasciare tranquillità ma non ci riesco, anche nello yoga sono discontinua per quanto questo mi serva per buttar fuori l'ansia che a volte mi accompagna nelle giornate un po' strane. Così mi son resa conto che tutto il mio correre era ed è anche un modo per sfuggirmi per cercare di fare mente locale su quel che sono...certo che crescere è un bel casino mi vien da dire, chissà come ne uscirò, chi vivrà vedrà .
Intanto ieri è successa una cosa che mi ha letteralmente catapultato in cucina...quel fetecchio del freezer si è staccato (è saltata la corrente) ed è rimasto in blocco scongelando tutto il contenuto del freezer...non so se vi è mai capitato, per me è la seconda volta, la prima è stata terribile, era saltata la luce ad agosto, i miei non c'erano i casa e io neppure, quando son rientrata ho trovato un pozzetto (freezer quello grosso dove ci puoi tenere le scorte per un anno intero ) pieno di roba, dai funghi impanati , e non vi spiego l'odore, al pesce, alla carne ai ravioli di magro, mia madre pensava di sfamare l'intero paese per una settimana forse? Mah. Memore di questo il mio freezer è sempre pieno perchè la regola del non si sa mai è sempre valida e ben impressa nel mio dna.
Nell'ordine si sono scongelati :
3 cubetti di lievito;
1 sacchetto di pane in cassetta;
1 sacchetto di pane;
1 sacchetto di spinaci surgelati;
1 sacchetto di prezzemolo;
2 trote ; 800 g di merluzzo;
1 confezione di quarti posteriori di pollo (7 pezzi);
2 petti di tacchino;
1 confezione di pasta sfoglia
Vogliamo parlarne...noi siamo solo due! Così ieri sera abbiamo grigliato tutto il tacchino e ne mangeremo come se non ci fosse un domani, ho anche fatto una torta salata giusto per e ho cucinato il merluzzo (si ci siamo mo vi spadello qui la ricetta!), volevo fare delle crocchette ma non avendo olio per friggere (detesto farlo) ho fatto una ricerca su internet per farmi venire qualche idea veloce per cucinarlo...e mi chiedo perchè non usare il forno visto che funziona benissimo ( è sarcastico ovviamente)?


Per questa preparazione per 4 terrine (so che siamo in due ma o lo cuocevo o lo buttavo) :
800g di merluzzo scongelato (penso si possa fare anche col congelato aumentando i tempi di cottura) ;
3 patate medie;
pan grattato a volontà ;
erbe provenzali a volontà ;
sale e olio .
La ricetta è quanto di più banale uno possa pensare ma che dire mi ha salvato il merluzzo e mi pare doveroso scriverla. Ho lavato e pelato le patate, le ho tagliate sottilissime col pelapatate, adagiandole sopra un pochino d'olio dentro a una terrina (monoporzione) e ho aggiunto un po' di sale, ho infornato le terrine per una decina di minuti col solito sistema (2000 gradi sempre per via del termostato rotto, credo che cuociano tranquillamente a 200 °c per 15 minuti circa) intanto ho preso il pangrattato a cui ho aggiunto una generosa quantità di erbe provenzali secche (sostituibili con le erbe fresche) e il sale, ho tagliato a tocchetto di almeno 5 cm il merluzzo e l'ho rigirato ben bene nella panatura. Ho poi tolto le terrine dal forno e ad una ad una ho aggiunto il merluzzo sopra le patate fino a ricoprirle (a posteriori vi consiglio di fare proprio mucchio sopra o le patate carbonizzeranno) , aggiungere la panatura che vi è avanzata e irrorare con un po' d'olio , infornare a 200 °c per altri 15 minuti. Noi le abbiamo mangiate riscaldate, il merluzzo risulta solo un po' secco per cui se li riscaldate fatelo con l'alluminio sopra così da preservarne l'umidità. Devo dire che non è stato male come merluzzo cucinato in emergenza, probabilmente la prossima volta aggiungerò un battuto di olive, ma prevedo di non riempire troppo il freezer per un po' .

sabato 14 giugno 2014

Friselle integrali con semi di lino.

Caldo, veramente caldo, e quando fa veramente caldo cosa si fa? Si accende il forno e si stira mi sembra ovvio! E così non ho potuto far altro che accendere il forno per sfornare le friselle, sì vi ricordate bene le avevo già fatte ma ai tempi avevo usato farina manitoba e lievito madre, Fosca.
Alla luce di oggi ho smesso di usare la farina manitoba e "00" in effetti ho smesso anche di usare la "0" e uso solamente la farina integrale e, avendo usato il lievito di birra ho dovuto modificare i pesi della farina, per cui non è proprio una ricetta vecchia, ma come dire, un rimaneggiamento.
Come ormai è chiaro , ho il forno anarchico, il che vuol dire che o è spento o va al massimo, si lo so devo chiamare il tecnico per farmi cambiare il termostato…voglia? Vabbeh andiamo verso l’estate e sfornerò anche meno pizza e se non faccio torte è meglio. Guardiamo il lato positivo : ogni ricetta che prevede il forno è una sfida e un’incognita.



Torniamo alle friselle , con questa ricetta si ottengono circa 12-13 pezzi quindi 24-26 friselle:
500 g di farina integrale;
10 gr di lievito di birra;
40 g di semola;
25 g di semi di lino;
50 g d’olio e.v.o. ;
1 cucchiaino di sale;
1 cucchiaino di malto d’orzo;
100 g d’acqua (indicativa dipende dall’umidità) .
Mettere nella planetaria tutti gli ingredienti secchi e mescolarli, aggiungere olio, il malto e l’olio e azionare il gancio, aggiungere lentamente l’acqua tiepida fino a che tutta la farina non sarà staccata dalle pareti, lasciar lavorare l’impastatrice il tempo necessario a far incordare il composto.
Perché sono pigra e anche un po’ gnorri, ho deciso di non far lievitare il composto (come da ricetta) ma ho subito diviso in palle l’impasto di circa 60-70 g e ho formato i grissini lunghi 15-20 cm, li ho richiusi su se stessi e li ho passati nella semola, fino a finire il composto, ho messo poi le due leccarde del forno dentro il forno e ho lasciato lievitare 4 ore fino al raddoppio della dimensione.
Ho acceso il forno, in teoria al massimo e poi bisognerebbe abbassare a 180°c, ma visto che io ho il forno anarchico ho fatto come voleva lui, certo è che dopo 10 minuti le ho tolte dal forno (la cottura giusta sarebbe forno al max e poi una volta infornato scendere a 180°c per 20 minuti) ho aspettato un attimo e le ho tagliate in modo da formare le friselle, le ho nuovamente infornate per 5-6 minuti (la cottura normale direbbe di cuocerle per 15 minuti a 180°C) .
Sono solo da inumidire con acqua fredda e condire a piacere, si conservano in tupperware chiusi anche per un anno, sostanzialmente è pane secco.

lunedì 26 maggio 2014

Crocchette di amaranto, luppolo e carote.

Sono tornata...forse.

Già, da dopo il trasferimento non ho più scritto molto nonostante avessi la cucina mancava una cosa fondamentale, la voglia di cucinare, a mia discolpa posso dire che ho sballato gli ultimi scatoloni di roba della cucina 4 giorni fa? Ovviamente le scatole di tea sono ancora chiuse perchè manca il loro mobiletto che, durante lo smontaggio si è rotto, aspetto tranquilla che Nico me lo metta  a posto.

E poi qui ho il forno anarchico, già o spento o a tutto foo come si dice qui (a tutto fuoco) si non esiste che si possa regolare la temperatura, lui decide che quando è acceso deve carbonizzare ogni cosa, simpatico il tipo eh?  Una sera ho fatto una focaccia che sembrava un pane arabo, sono arrivata in tempoper non farlo sembrare una ciabatta scoppiata, mi è andata bene !

Tornando a noi essendo così la cucina sono un po' limitata, si si lo so che sono solo scuse ma che ci devo fare, fino a che non prendo la decisione di chiamare il tecnico del forno per far sostituire il termostato ( ha preso ferie a quanto pare) quindi tutti i miei cibi sono cucinati su fornello o arrivano diretti dal frigo, queste crocchette hanno sfidato la potenza del forno (l'ho provato avendo distanziato un pochetto la sonda del termostato, a me Mc Giver mi fa un baffo!). Devo dire che il gusto è molto particolare, nel senso che il gusto predominante è quello dell'amaranto, premetto che tra amaranto e miglio non sono in grado di valorizzarlo al meglio o forse proprio non mi piacciono e cerco di mangiarli solo perchè fanno bene.

Già perchè dopo il mio trasferimento ho avuto 1 mese e mezzo di dieta completamente sballata e ci ho messo tranquillamente altri 20 giorni per riprendere la giusta dieta (cmq i 4 kg in più mi son rimasti per puro ammore) e ora sto cercando di metter insieme pranzi e cene per due (io che ero abituata a mangiare poco e spesso solo un po' di cereali integrali ora mi devo tarare su un trituratutto affamato...ehh ce la farò!) quindi ora si rientra nei ranghi e si ricomincia con lo studio.

Ok, spero vi mancasse anche la mia logorrea visto il post.



Ingredienti per una trentina di crocchette (4 persone) :

200 g di amaranto;

150 g di luppolo (peso da cotti a vapore) ;

2 carote medie grattugiate;

3 scalogni;

750 g di brodo vegetale;

100 g di fiocchi d'avena;

5 cucchiai di farina integrale;

2 cucchai d'olio e.v.o. ;

1 cucchiaio di acidulato di riso.

Lessare l'amaranto con tutto il brodo, lasciando sobbollire lentamente, sarà pronto quando assomiglierà alla grana della polenta anche se risulterà molto acquoso, nessun problema è tutto nella norma. Una volta cotto lasciatelo da parte.

Una volta lavato il luppolo bisognerà cuocerlo a vapore e, alla fine della cottura sminuzzarlo in modo grossolano, nel mentre grattugiare le carote e tagliare finemente lo scalogno facendolo appassire in pentola con un filo d'olio, quando avrà cambiato colore sfumatelo con un cucchiaio di acidulato di riso o con aceto balsamico nel caso in cui non lo abbiate.

A questo punto unite in una grossa ciotola amaranto, luppolo, carote scalogno e la parte secca, farina e fiocchi d'avena, mescolarte bene per amalgamare e lasciate riposare e raffreddare per una mezz'oretta.

Nel mentre preparate la panatura:

90 gr di fiocchi d'avena;

1 cucchiaio d'olio;

1 presa di sale.

Nel caso in cui abbiate un mixer mettete tutto insieme e mixate fino ad ottenere una farina grossolana, se il mixer non l'avete prendete un sacchetto da freezer riempitelo con l'avena e il sale e passateci sopra col mattarello, aggiungete l'olio dopo.

Una volta raffreddato il composto di amaranto con le mani leggermente umide prendete una cucchiaiata di composto e rigiratelo tra i palmi per fare le polpette per poi farle rotolare nella panatura.

Infornare per 30 min a 200 °c (io non le ho bruciate per miracolo).

Si accompagnano bene con un'insalata.

N.b. :

l'amaranto è uno pseudocereale molto nutriente , una fonte importantissima di proteine e , non per ultimo privo di glutine. Devo sperimentarlo dolce visto le quantità ancora presenti nella dispensa.

venerdì 18 aprile 2014

La mia colazione tipo.

Vi aspettavate una ricetta seria e complicata...ehhh no, in questo periodo sono in fase cucina down, non ho proprio voglia di cucinare nemmeno di sperimentare, ho persino cucinato due paste...si son proprio fuori da ogni crismo, nemmeno da dire che ho bisogno di ferie, forse però avrei bisogno di una cucina meglio organizzata ma col tempo avrò anche quello, per ora accontentatevi di cose facili facili ok?

Molte volte le amiche più attente mi hanno chiesto cosa cavolo mangio al mattino non potendo mangiar dolci...beh diciamo che io i dolci li mangio ma sono un cincinin più semplici di quelli a cui siamo abituati, questa colazione è un concentrato di energie.



Abbiamo le mandorle (assolutamente con la pellicina), i semi di lino (che fanno tanto bene ai capelli, alla pelle e alle unghie) e i fiocchi d'avena ( energia a lungo termine).

Io frullo tutto e ottengo questo sfarinato.



Visto che all'inizio facevo fatica a mangiare una cosa così "insipida" aggiungevo il riso amasake (riso dolce) ma visti i costi del vasetto, circa 8 euro per 200 gr ho deciso che posso farne a meno anche perchè puntualmente mi andava a male per averlo lasciato troppo in frigo.

Uso questo sfarinato in diversi modi:

  1. lo aggiungo allo yogurt con qualche uvetta ;

  2. lo inumidisco creando una crema con qualche cucchiaino di tea bancha (ricco di minerali)  e lo spalmo su una fetta tostata di pancarrè.

In questo periodo di stanchezza fisica dovuta al cambio di stagione aiuta molto questa sferzata di energia mattutina.

lunedì 14 aprile 2014

Impasto base per la pizza.

Che dire, dopo tre settimane dalla stra pulitura del forno, tre giorni di fatiche e taaaaaanto aceto, ho finalmente preso la decisione di accendere il forno, chiunque altro lo avrebbe fatto senza la pressione di avere persone a cena, io ? Tze, il brivido mi piace. Sta di fatto che si è un po' tremato perchè all'inizio, tolta la puzza del forno, non scaldava, poi la sorte ha voluto che funzionasse, per cui ho infornato teglie e teglie di pizza e, come al solito è piaciuta, son soddisfazioni.

Questo è l'impasto della pizza che faccio io, dosi per 4/5 persone :

700 gr di farina integrale;

100 gr di semola dura;

100 gr di farina di grano saraceno;

1 cucchiaino di malto d'orzo (sostituibile con un cucchiaino di zucchero di  canna);

10 gr di sale integrale;

12 gr di lievito di birra ;

acqua tiepida q.b. .

Io uso sempre Stella per impastare (e se non sapete chi è leggete qui ), per cui immetto tutte le farine, il sale, lo lievito a cubetto senza scioglierlo, il malto e avvio , aggiungo poi l'acqua, poco per volta, fino a che non si forma una palla, lascio lavorare Stella a velocità minima fino a che la pasta non mi sembra omogenea, a quel punto prendo l'impasto e provo a vedere se è pronto, se impastandolo a mano vedo che non rimane bello liscio lo rimetto nella planetaria e la riavvio.


Una volta che l'impasto è pronto ci sono due destinazioni possibili:

  1.  lascio lievitare l'impasto per due ore, al termine del quale divido l'impasto in due a formare due pizze nelle relative leccarde del forno, per stendere l'impasto aggiungo un po' di semola , per evitare che si attacchi e poi lascio le due pizze nel forno spento per un'altra ore e mezza, dopodichè cottura a 200°c ( o , come per questo forno, alla temperatura che vuole lui);

  2. congelatore, come in questo caso ho fatto l’impasto per consumare l’altro mezzo cubetto di lievito di birra, per cui ho fatto tutto il procedimento, poi ho diviso in due l’impasto, fatta la croce e messo in due sacchetti (porzione per due persone).Prima la congelavo per scelta, nel senso che prima se volevo mangiar la pizza infrasettimana o il sabato o stavo dietro a lei nel pomeriggio o andavamo a comprarla (buuuuuuuuuuu) così la tiravo fuori dal freezer alle sette di mattina, la mettevo in una ciotola capiente e la coprivo, al mio rientro, alle 19, la trovavo scongelata e lievitata, la stendevo, e per le 20 la cuocevo. Ovviamente bisogna tener conto che la pasta lavorata è a una temperatura ottima per la lievitazione e quando la si mette in freezer per un po’ cresce comunque, poi congela e ferma la lievitazione, per cui il sacchetto va calibrato pensando a una crescita di almeno due cm di lato.

martedì 1 aprile 2014

Un nuovo inizio , una nuova casa.

L'altro giorno pensavo che oramai da un po' non scrivo e , francamente mi manca, così ho pensato bene di aggiornarvi sulle news. Si perchè dopo aver visto case carine ma con gusto dubbio sull'arredamento (teschio su muro), case di 80 metri disposte su tre piani (terratetto adorabili , nel mentre fai pure step) in zone dove l'acqua ti arriva al gradino per entrare in casa, case dove il proprietario è simpatico quanto un dito passato nel tabasco e ficcato nell'occhio abbiamo trovato la nostra casa, grande con giardino e terrazzo e con una bella sala corredata di camino, dove, quando sono entrata ho pensato "perfetta qui ci posso far yoga e non sbatto da nessuna parte" . Ecco questa è la parte meravigliosa, abbiamo trovato la casa come piaceva a noi ma...e c'è sempre un ma...sti cavoli che zozzuria, nonostante questo appena son entrata ho pensato di appartenere a quelle quattro mura e  mi sono sentita in pace, vista il sabato firmato il mercoledì, questo vi fa capire quanto sia piaciuta anche a Nico (saaaanto garage subito) . Ora siamo dietro a imbiancare come piace a noi e a pensare come disporre i pochi mobili che vogliamo metterci dentro, il lato positivo è che avrò nuovamente una cucina, dopo qualche mese di stop ricomincio a sperimentare.



C risentiamo presto.

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...