Da qualche tempo sono uscita un po' dal mio nido e partecipo a queste iniziative per blogger, sono sempre intimorita quando si cucina davanti a delle persone ma prevale sempre la componente di curiosità, così è stato per la Fiera del Canestrello.
Vaie si trova in Val di Susa, nonostante io sia stata valsusina per 29 anni ho messo piede a Vaie solo due volte, ovviamente sempre per mangiare, quindi pareva necessario che la terza volta tornassi sempre per mangiare, una vita ripetitiva la mia!
Ci sto mettendo un po' a scrivere il post, vorrei raccontare un sacco di cose ma cercherò di esser breve e coincisa (se qualcuno ancora ci crede...).
Incomincio dalla fine: mi è piaciuta tantissimo la giornata, siamo arrivate a Vaie con un vento freddo e un sole magnifico, dopo un mese di pioggia pareva un miracolo, e siamo state subito accalappiate per il laboratorio.
Cosa ve lo dico a fare? A me piace pasticciare, ma tanto.
In più se devo esser sincera non conoscevo i canestrelli di Vaie, si lo so sono ignorante, tra l'altro da un decennio sono nel paniere dei prodotti tipici e vengono venduti ovunque nel mondo...no vabbeh ma io sto nel paese delle fiabe, in realtà sto in un paese di un gran cioccolataio ma questa è un'altra storia. In ogni caso io pensavo che i canestrelli fossero solo questi:
invece scopro che il Piemonte è pieno di canestrelli fratelli dei goffri, la cosa divertente è che a 70-100km fanno dei canestrelli completamente diversi,
siamo una popolazione strana noi piemontesi!
Giusto per dirlo, l'idea del canestrello si rifà, in tempi antichi, alle ostie fatte nei conventi, una cosa che ignoravo, in ogni caso preferisco i canestrelli di oggi.
Tornando a noi, il laboratorio!!!
La nostra guida è Luca Gioberto, lo definirei il nostro mentore ed aiutante, mentore perchè con pazienza e semplicità ci ha spiegato come si fa l'impasto, come si cuoce e i "trucchi" , aiutante perchè se non c'era lui tutti i nostri canestrelli sarebbero bruciati, vi spiegherò a breve va ...e due tanto nessuno ci crede più, sono logorroica!
Abbiamo cominciato facendo l'impasto, definito dal nostro mentore, sbagliato, sì, sbagliato perchè si fa una frolla con il burro fuso, aggiungendo una generosa grattata della scorza del limone e poi dopo averlo fatto riposare si comincia a scaldare la piastra per fare i canestrelli. La scena è stata fantastica, "ragazze provate voi" e che diamine, non si vede l'ora di provare! Nessuna di noi 4 è riuscita a sollevare la piastra per girarla, ok, pensatela come volete, ma sono 9 kg di ghisa...ahhh io riuscivo a malapena a aprirla e chiuderla!
La tecnica di Gioberto è quella di formare un salsicciotto e poi ricavarne otto noci, il tempo che serve per fare le noci è il tempo di cottura dei suoi canestrelli, ognuna di noi ha trovato il suo sistema ma il suo era sicuramente quello migliore.
Giusto per dirvelo, e per inorgoglirmi verso le donne valsusine, i laboratori che creano i canestrelli sono tutti gestiti da donne e non esistono meccanismi meccanici per girare la piastra, viene fatto tutto a mano (vi farei vedere che braccia!) questi dolcetti erano, nei tempi andati, l'unico sfizio goloso, venivano fatti solo una volta l'anno e venivano conservati in scatole di latta fino a sei mesi dopo (penso solo nelle case in cui non si amava il dolce perchè sono effettivamente molto buoni). Questa è stata la 17 esima sagra, io il prossimo anno torno, anche perchè oltre al canestrello ho assaggiato formaggio buonissimo che ovviamente ho comprato.
Esiste un disciplinare, creato proprio a tutela del canestrello, esso ne regola la dimensione e l'impasto , ovviamente ci sono tutte le variazioni sul tema, al cioccolato, all'arancia e così di seguito, noi abbiamo fatto la ricetta tradizionale.
Questi sono alcuni dei canestrelli preparati in fiera:
Quello che proprio non sapevo è che a Vaie c'è un'acqua buonissima (leggete qui) che detto così potreste pensare che son un po' tocca, che c'entra questo? C'entra c'entra, già perchè proprio nei pressi di Vaie sorge la SorLamà, un birrificio artigianale (ricordate no che son stata tre volte qui, la seconda volta era proprio in questo birrificio) , io sono di parte sappiatelo, io amo la birra alla spina possibilmente cruda doppio o triplo malto rossa e qui è troppo buona!!! Oltre a questo in questo birrificio si può mangiare, la cosa che mi colpì la prima volta è che portarono un trabiccolo con sotto un lumino e poi una pietra ollare per cuocerci ,a piacere, quello che uno ordina...praticamente è la sagra del barbecue al chiuso.
Per dovere di cronaca le birre prodotte dalla Sorlamà sono 8, oltretutto si possono trovare al M** Bun ( chi non lo conosce deve rimediare) o direttamente acquistare in bottiglia al birrificio.
Devo essere sincera è stato molto interessante sentir parlare della produzione della birra, dei vari tipi di luppolo, di quanta acqua e di quanta cura ci voglia per produrre una buona birra e, anche qui, è bello sapere che i proprietari siano giovani e che abbiano avuto tutto questo successo.
Per concludere vorrei ringraziare la Biteg che come al solito ci ha fatto conoscere e provare qualcosa di nuovo, il Sindaco di Vaie che con assoluta naturalezza ama il suo Comune e cerca di valorizzare sia il territorio sia le potenzialità dei suoi cittadini e tutta l'organizzazione che permette sempre a noi blogger di divertirci e di arricchire il nostro patrimonio culturale.
Il prossimo anno io ci sarò, voi???
2 commenti:
i tuoi giri sperimentosi li adoro, soprattutto quando poi mi spedisci quei canestrelli cioccolata e rum così buoni :)
ottime foto collegate al post.. ci piace!
bacio
perchè io alle amiche ci penso!!!
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