Scaloppine al Chianti e arancia.

Qualche mattina fa mentre andavo al mercato pensavo “certo a me lo scorbuto non verrà di certo” già perchè la spesa consisteva prevalentemente in agrumi, non so voi ma il mio corpo ne ha proprio bisogno, amo gli agrumi da quando son piccina, mia madre non faceva in tempo a portare i sacchetti in casa dei mandarini, ero in grado di mangiarmeli tutti nella stessa giornata, alla fine li comprava a cassette e se pensate che sono riuscita in vita mia a fare indigestione una sola volta e l’alimento era l’arancia! Questo fa capire la mia golosità in merito.
Beh comunque con i miei 5kg di agrumi misti sono andata a prendere il latte crudo dal distributore, con me avevo la bottiglietta e il mio sacchetto, la dotazione normale direi no?
Davanti a me a prendere il latte c’era un trio, formato dalla nonna e dalle due nipoti, devo dire che il trio era abbastanza comico, la nonna silenziosa vestita tutta di nero e le bimbe, una più piccina che poteva avere 5 o 6 anni vestita di rosa e la più grande di 8 o 9 anni vestita di viola. Le bimbe quando mi sono avvicinata per far la coda stavano parlando del cellulare e la più grande stava inserendo il tono di chiamata a quella più piccola dichiarando che lei aveva il tono alto se no non sentiva quando la chiamavano …
Intanto la ragazza del distributore riempiva i due litri richiesti dal trio, una volta finito si è girata e, scusandosi, ha detto loro che aveva finito le buste, la bimba più grande si è girata con aria truce asserendo “come si fa ora?”  con la sua mini borsettina viola appoggiata all’avambraccio.
La ragazza ha volto lo sguardo su di me e sui miei sacchetti, con l’aria di non saper cosa dire, cosa puoi dire a una bimba che crede di essere una 30 enne (e io lo sono) facendoti sentire in difetto per non avere una sciocchezza? Son scoppiata a ridere dicendo “Son proprio problemoni questi eh?”.
A quel punto è rinvenuta la nonna aprendo la sua borsetta e infilando dentro le due bottiglie.
Io mi sono allontanata con il mio latte e i miei sacchetti ridendo…poveretti quelli che incontreranno quella ragazzina quando sarà cresciuta!!!

Ed ora vi presento un secondo di carne…strano ma vero ogni tanto la mangio anch’io.


370 g di tagliata di manzo;
1/4 d’arancia;
1 bicchiere di Chianti;
farina di grano saraceno;
farina “00”;
olio e.v.o.;
40 g di burro;
noce moscata;
pepe e sale.
Mettere in una pirofila l’arancia, una grattata di noce moscata e il pepe, aggiungere la carne irrorandola con il vino e un po’ d’olio.Lasciar macerare una mezz’oretta fuori dal frigo.
Sgocciolare le scaloppine e tamponarle con la carta da cucina.
In un piatto aggiungere farina “00” e di grano saraceno nella stessa quantità, infarinare la carne.
In una padella aggiungere il burro, farlo sciogliere e aggiungere la carne, una volta girata aggiungere un po’ della marinata e delle fette d’arance, finire di cuocere et voilà. Scaloppa pronta!
Anche questa ricetta  entra nel contest di Cinzia.

E poi partecipo alla mia raccolta sul grano saraceno!!

Spaetzle o Spazle.

Della serie quando le vacanze te le porti dietro…

Già perchè dovete sapere che io e il mio compagno non amiamo più di tanto i festeggiamenti di Capodanno, io sono nel caos tutto il giorno e la sera amo il raccoglimento di casa, il silenzio, la lettura o, banalmente, il sonno. Quelle poche volte che abbiamo aspettato le 24 ne son successe di tutti i colori, una volta alle 16.30 mi stavo preparando per la serata amici, lui non ha visto i miei occhiali che erano caduti a terra e le sue scarpe li hanno intercettati subito…non vi spiego come sia difficile trovare un ottico aperto il 31 dicembre alle 17, in ogni caso lo trovammo…finì la questione spezzando il filo che tratteneva la lente…così io mi son presentata alla cena con gli occhiali da sole…ho finito l’anno con un ottimo compagno, il mal di testa!

L’anno dopo incominciai a star male il 30, una bella congestione, mentre gli altri si mangiavano pesce e crostacei io riuscivo a bermi solo del tea.

Ok, il terzo anno ci siamo messi l’anima in pace e abbiamo scoperto una cosa meravigliosa e banalissima: se sei andato a dormire tardi a Capodanno il primo giorno del nuovo anno ti sveglierai tardissimo, da qui la nostra tradizione, a Capodanno nanna presto, il giorno dopo si va a sciare, sono già tre anni che facciamo così e, devo dire, ne val la pena, vi lascio qualche foto prima di continuare si riferiscono al  primo dell’anno 2011 nella Valmaron (Altopiano di Asiago).

 

Gli ultimi due Capodanni li abbiamo passati sull’Altopiano di Asiago, e visto la mia immensa golosità, mi son portata dietro qualche ricetta, gli spazle sono una meraviglia, bisognerebbe avere questo per riprodurli fedelmente, ovviamente nella mia cucina non c’è, ma non importa io ho fatto come potevo…e la ricetta si è avvicinata abbastanza a quella originale, certo posso dire che Nico se li sarebbe mangiati tutti in una volta sola, nonostante le porzioni fossero 4!

 

 

Ingredienti per 4 persone:

160 g di spinaci lessati e strizzati;

2 uova;

250 g di farina;

sale

2 fette di speck spesse 1 cm;

100 ml di panna da cucina.

Lessare e strizzare gli spinaci, in una terrina sbattere le uova e il sale, unire questi ingredienti alla farina, il composto risulta molto molliccio, il mio problema era la mancanza dell’attrezzo, così ho aggiunto un po’ di farina e ho seguito la stessa preparazione degli gnocchi di patate, formando dei rotoli che poi ho tagliato con il coltello a formare lo “gnocco”, in realtà il vero spazle deriva da una massa semi solida che, passando nell’apposito attrezzo, crea la forma tradizionale, più piccina e allungata, il sapore è il medesimo ma ovviamente la consistenza è diversa, i miei erano un po’ più duretti.

Per quanto riguarda il condimento non ho potuto far altro che usare una parte di speck comprato ad Asiago, mi è bastato tagliare due fette spesse, tagliarle a listarelle e farle rosolare in una padella antiaderente a cui successivamente ho aggiunto la panna.

Nel mentre ho portato ad ebollizione l’acqua per gli spazle e pian piano li ho versati dentro, ovviamente mi son dimenticata di metterci il sale… li ho scolati quando son venuti a galla, ho fatto saltare gli spazle con il condimento e ho fatto in tempo solo a fare la foto al mio piatto…

Devo ringraziare la ricetta di Serena li ho copiati dal suo blog!

Marmellata arance e cannella, atto secondo.

Si perchè i miei “spacciatori” d’arance mi portarono due cassette d’arance…una l’abbiamo usata per la marmellata d’arance normali e ne rimaneva un’altra…io amo l’accostamento arancia/cannella, purtroppo non avevo nessuna ricettina che potesse aiutarmi in questa preparazione, avevo una ricetta per le arance amare, una per quella arance e limone, una per arance e zenzero, insomma chi più ne ha più ne metta, ma niente con la cannella, quindi questa marmellata è un esperimento bello e buono, soprattutto buono.
Una volta fatta la marmellata ho avuto il tempo (ultimamente scarseggia parecchio) di andare a curiosare sul web per vedere come l'avevano fatta altri/e, ne ho trovate diverse ma soprattutto ho trovato la ricetta per produrre la pectina casalinga, ossia il fruttapec, devo assolutamente provarla perchè primo mi sembra una cosa facile facile e secondo...ma che soddisfazione c'è nel produrre tutto da sè?

Ingredienti:
2 kg di arance pulite;
1 kg di zucchero;
2 confezioni di fruttapec;
4 stecche di cannella intere;
le scorze d'arancia dei due kg di arance...a me piace vederle nella marmellata!

Il procedimento prevede la pulizia delle arance, le bucce devono essere private del bianco e tagliate a listarelle sottili.
Una volta pulite andranno fatte bollire una decina di minuti, scolate e fatte ribollire, scolarle ancora e lasciarle raffreddare.
Nel mentre avrete finalmente pulito i due chili di arance e potrete passarle nel passaverdure per creare una super spremuta.
Unire quindi in una pentola alta, il succo e la polpa delle arance, il fruttapec, le scorzette, lo zucchero e la cannella.
Bisogna portare a ebollizione il composto e farlo cuocere almeno 6 minuti, alla fine ce ne son voluti 10, perchè per non farmi schizzare addosso lapilli d'arance ho dovuto abbassare. La prova che si può fare per sapere se la marmellata è cotta è quella della prova piattino, consiste nel versare un cucchiaino su un piattino e constatare se solidifica oppure se resta liquido, io amo questa prova perchè mi consente di mangiare mentre giro la futura marmellata...
Invasare in vasetti sterili e capovolgerli fino a completo raffreddamento.
Non sapevo se le 4 stecche di cannella andavano invasate, ma con il mestolo uno si è suicidato dentro un vasetto e per giustizia anche gli altri tre son stati invasati!
Chi mi conosce sa che non amo le marmellate troppo dolci, ammetto che il quantitativo di zucchero qui è alto, ma dovete pensare che le scorzette tendono a creare un po' di amarognolo, nonostante le abbia cotte due volte, quindi secondo il mio parere il quantitativo di zucchero è apprezzabile così.

Con questa ricetta partecipo al contest di Cinzia capita proprio a fagiolo direi...

Marmellata arance atto primo.

Questa marmellata esiste per diversi motivi:

1° perchè a me piace da impazzire;

2° perchè …ma non vi posso raccontare la storiella invece di elencarla in punti????

Ma si va, leggetela un po’ .

Questa storia è legata al mio lavoro. Io lavoro a contatto col pubblico e normalmente faccio conti…il che alle persone che ho davanti ciò non piace un granchè…però a volte, devo dire molte volte, incontro persone intelligenti, interessanti e simpatiche. E’ quello che è successo quest’estate, mi sono imbattuta in “Coppia energizer” eheheh, già che coppia ragazzi, ma chi li ferma? Lui ama la montagna quanto il mare, pratica l’arrampicata come la subacquea, lei adora la danza nella quale si impegna duramente, ma fa anche pilates, palestra, insomma un po’ di tutto, ovviamente hanno una famiglia...se no che "coppia energizer" sarebbero!

Essendo due persone molto simpatiche e semplici ci siamo trovati diverse volte a chiacchierare un po’ di questo un po’ di quello, così sono venuta a sapere che lavorano insieme e sono grossisti di frutta e verdura…posso dire che mi si è accesa una lampadina quando l’ho saputo?Ho pensato: “arance, arance, arance…marmellata, marmellata, marmellata” poi sapendo che lui andava in Sicilia la lampadina è diventata un lampione, si l’ho fatto…si si, gli ho chiesto se nel periodo giusto mi avrebbe portato delle arance per fare la marmellata, lo so sono una faccia di tolla, ma al mio posto lo avrebbe fatto chiunque no???? Forse no, ma io ho un grosso faccione di tolla, ho comunque specificato che non le volevo gratis, le volevo solo buonissime ma le avrei pagate.

Ma voi vi potete immaginare delle arance belle, profumate e gustose?Io si... perchè ne ho avuti due plateau.

Il piccolo particolare di tutta questa storia è che non hanno voluto 1€, ma la marmellata in cambio...ora incrocio le dita sperando che gli piaccia.

Devo solo dichiarare da subito che sono una fautrice convinta e innamorata del Fruttapec, io amo le marmellate poco dolci e chiare, per cui l’idea di unire nelle medesime dosi frutta e zucchero e far cuocere per 45 minuti mi fa venire l’orticaria…anche perchè non ce la farei proprio a rigirare il composto per tutto quel tempo senza poter far altro, evviva l’evoluzione!

Quindi gli ingredienti sono:

2 kg di arance già pulite;

l’equivalente della buccia;

1 kg di zucchero;

2 bustine di fruttapec.

Sbucciare le arance, facendo attenzione a perlarle per bene, le bucce infatti andranno ripulite dal bianco, tagliate a listarelle sottili e fatte bollire due volte, avendo cura di cambiare l’acqua di cottura

.Il bianco è quello che dona il gusto amarognolo, più le arance son sbucciate bene e le bucce ben pelate migliore sarà il risultato finale.

Con il passaverdure passare le arance, anche qui, più questo lavoro viene fatto bene, migliore sarà la consistenza dopo.

Unire in una pentola alta ( il composto non deve arrivare al bordo, deve rimanere al di sotto di almeno cinque centimetri)le arance passate, il fruttapec, lo zucchero e le bucce, portare a ebollizione e mantenere almeno sei minuti, mescolando di continuo, io grazie alla prova cucchiaino mi son mangiata un sacco di marmellata prima di invasarla…qualcuno deve pur sacrificarsi no?

Per la sterilizzazione dei vasetti io faccio così; li lavo e li immergo in una pentola colma d’acqua con un canovaccio all’interno, li lascio bollire 10 minuti almeno, poi li passo in forno a 100° C.

Così una volta asciutti li riempio con la marmellata e li capovolgo, li lascio raffreddare e rigirandoli si ottiene l’effetto sottovuoto.

Mi scordavo di dire due cosette, in primis devo ringraziare i miei due “spacciatori” di arance, spero che piaccia anche a voi il risultato una volta assaggiato.

E in secondo luogo al mio compagno, che in ogni avventura che si rispetti mi aiuta, ci avrei messo una vita a far tutto da sola, quindi Grazie di cuore.


Ps...scusate mi son dimenticata di dire che per invasare questa marmellata ho usato 12 barattoli della capacità di 250g l'uno.

Meraviglie nordiche al Pian del Frais.

Oggi vi racconto dell’esito della ricerca della neve per andare a fare fondo (sci nordico) già perchè io e Nico avevamo una discreta voglia di farci una bella sciata, essendo reduci dall’Altopiano di Asiago è comprensibilissimo. Quest’anno però dalle nostre parti ha nevicato presto e poi ha cominciato a  fare molto freddo, il risultato è che in quota la neve si trova ma dove si pratica il fondo manca…sob, non avevamo voglia di andare in Val d’Aosta, così gira che rigira ci hanno consigliato di andare al Pian del  Frais, me ne avevano già parlato l’anno scorso di questa pista ma non l’abbiamo mai presa in considerazione, a ragione veduta mi vien da dire, gran bell’errore!

Sono diventata pro pista di sci nordico del Frais, già perchè la pista viene battuta regolarmente tutte le sere dopo le cinque (e sappiate che non è in tutti i posti così) se chiamate il gestore vi dirà se la pista è praticabile oppure no (e sappiate che non tutti i gestori sono così onesti) il signore in questione è molto grazioso, spiega bene come è fatta la pista e la sconsiglia da subito ai neofiti.
Infatti  non è certo pensata per chi è alle prime armi, per arrivare al campetto scuola ci sono due belle salite e ieri sciare non era facile, la neve era molto umida e sulle salite lasciavi la lingua a terra, però nonostante le salite e le discese più o meno impegnative quello che ci ha lasciati senza parole è lo scenario, il gestore ci spiegava quale panorama avremmo potuto vedere dalla balconata poco sopra, io non vi so dire nulla del paesaggio, abbiamo sciato sotto una meravigliosa nevicata, ma vi posso far vedere quali scenari da fiaba ho fotografato.
Il Frais si trova abbastanza in alto come quota, siamo sui 1500m s.l.m. per cui la vegetazione ha come protagonisti abeti rossi e larici.

Siamo sotto una copiosa nevicata…



Che crea uno scenario davvero curioso, gli abeti si rivestono di neve e sembrano “ricamati”.

Gli animali corrono anche sui tetti delle case.

Abeti innevati.

Questo sotto è l'interno della struttura ricettiva del Centro di fondo, pulita riscaldata e aperta a tutti gli sciatori per consumare il proprio pasto o semplicemente per scaldarsi, un’idea davvero carina e inusuale…noi non ne abbiamo mai vista una simile in tutte le piste che abbiamo girato.

Beh questa è stata la nostra domenica, spero di avervi trasmesso un po' della tranquillità e della magia di questo posto.

Vi lascio comunicandovi un'ottima iniziativa di Roma per la raccolta degli alberi di Natale veri guardate qui .

Vellutata di zucca.

C’è chi mi dava per dispersa…in effetti poco ci manca vista la mia lunga assenza dal mio angolo web.
Ho passato delle ottime vacanze natalizie, sommersa da zii e zie, cugini e nonna, insomma un gran bailame durato per più giorni, alla fine ci si metteva solo in tavola…il che cominciava ad annoiarmi parecchio se devo esser sincera. Meno male che il detto specifica, Natale coi tuoi,Capodanno con chi vuoi.
Capodanno era riservato con degli amici alla volta dell’altopiano di Asiago, se non ci siete mai stati val la pena farci un salto, ci sono dei panorami mozzafiato, soprattutto per chi come noi scia…fondo non discesa nèèèè, ci tengo a sottolinearlo perché  la lentezza che contraddistingue la ns sciata possiamo goderci la compagnia e il paesaggio, mi fa un po’ ridere dirlo ma le mete delle ns sciate erano soprattutto i rifugi o gli alberghi nel comprensorio della Valmaron…dopo tanto sforzo bisognerà pur reintegrare no? Ok, lo devo ammettere abbiamo mangiato come degli ossessi, infatti questa ricetta è copiata spudoratamente dalla cucina dell’albergo da cui alloggiavamo, avevo giusto della zucca in garage da un po’, ho scoperto da poco che mi piace e volevo sperimentare, quale occasione migliore?
Il mio problema sono sempre le dosi, per questo ringrazio Mister Freezer che con somma gioia accoglie ogni mio esperimento abbondante.

La vellutata è per sei persone (e siamo solo in due…) e gli ingredienti sono:
1 cipolla media;
2/3 cucchiai olio e.v.o.;
630 g di patate (3 patate);
830 g di zucca a pasta gialla;
1 cucchiaino di coriandolo;
1 1/2 l di brodo vegetale;
noce moscata;
sale q..
Per i crostini;
2 fette di pane in cassetta;
olio e.v.o.;
peperoncino a piacere.
Lavare e mondare tutte le verdure, tagliare a tocchetti la zucca e le patate.
Fare imbiondire la cipolla con l’olio in un tegame alto, unire il brodo e poi tutte le verdure, aggiungere il coriandolo e lasciar cuocere a fuoco medio per un’ora.
Lasciar riposare un po’ il composto e frullarlo col il minipimer.
A questo punto la vellutata è pronta, io l’ho divisa in tupperware e ne ho congelati i 2/3 rimanenti, per la zuppa rimasta ho aggiunto una grattata generosa di noce moscata.
Non avendo pane in casa ma solo pane in cassetta,l’ho passato nel tostapane e poi tagliato a cubetti, nel mentre in una padella ho scaldato l’olio e il peperoncino in polvere, poi ho unito il pane et voilà i crostini.
Devo dire che il contrasto dolce della vellutata e piccante dei crostini è meraviglioso, il mio compagno era molto soddisfatto.