venerdì 28 dicembre 2012

Quinoa alle verdure e miso.

Ok, nemmeno io sapevo cosa fossero fino a qualche mese fa, poi a casa di un'amica ho mangiato la quinoa lei l'aveva preparata e sapeva di salsa di soia, io l'ho assaggiata e ho detto "buona, però io avrei aggiunto la verdura" . Mi son poi comprata la quinoa e ho provato a rifarla con la salsa di soia ma non c'è stato verso è venuta salatissima ma il gusto era diverso, così mi ha poi svelato di aver usato il miso.

La quinoa è considerato uno pseudocereale, è ricco di proteine e di minerali importanti, come lo zinco e il magnesio, è adatto all'alimentazione dei celiaci perchè è priva di glutine. L'unica accortezza è quella di sciacquarla bene perchè potrebbe contenere la saponina, che ha un gusto amarognolo.

I miso invece è un condimento derivato dalla soia a cui spesso viene aggiunto o l'orzo o il riso, nel mio caso ho un miso di orzo, il gusto è molto simile alla salsa di soia ma è più forte ed è più salato. Il miso è ricco di vitamina b e di enzimi simili a quelli dello yogurt, per cui fa bene alla pelle e all'intestino (a tanto altro in realtà).


Dopo questa spiegazione di questi due elementi vi scrivo la ricetta che è semplicissima:

2 bicchieri colmi di quinoa;

4 cubetti di spinaci congelati;

qualche pezzetto di zucca (nel mio caso congelata);

un cucchiaio di miso.

Sciacquare bene la quinoa sotto l'acqua e poi metterla dentro la wok, coprirla di acqua fredda per un dito o due, aggiungere le verdure. Lasciar cuocere per 20 minuti, se necessario aggiungere altra acqua.

A cottura ultimata aggiungere un cucchiaio di miso, non deve bollire, gli enzimi sono termolabili. Servire, io come al solito aggiungo qualche verdurina al vapore ma la quinoa ha il pregio di riempire molto, quindi non esagerate.

mercoledì 19 dicembre 2012

Biscotti parmigiano e crema di pomodori secchi.

Della seri quando comincio a biscottare poi non smetto più, questo è il periodo giusto tra l'altro, ovviamente a breve inizierò con la produzione dolce, ma nel periodo per eccellenza per i dolci dovevo creare anche qualcosa di salato, per distinguermi.

Come per i biscottini cacio e pepe anche qui ho usato  il mixer, l'ho rivalutato, veramente, l'ho sempre lasciato nel mobiletto e ci tritavo al massimo le nocciole, ora ho finalmente trovato come usarlo, diciamo come sfruttarlo!

Credo che prima o poi, quando Stella mi lascerà (ndr la mia impastatrice) mi dovrò convertire a un robot da cucina, quantomeno un po' di lavoro me lo toglierebbe, c'è Nico che me la gufa e continua a dirmi "lo vedi come si muove??Prima o poi ti lascia" insomma, povera crista di Stella magari non gufiamogliela!!!

Questi biscotti si possono fare anche con un bel patè di olive o di carciofi.



Per due leccarde di biscotti serviranno:

300 g di farina;

180 g di burro;

100 g di parmigiano;

acqua due cucchiai;

patè  q.b.  per me crema di pomodori home made.

Mixare tutto insieme, acqua compresa avendo cura di prelevare il burro per ultimo dal frigo in modo da non scaldarlo troppo. Quando si formeranno le briciole togliere dal mixer e formare una palla, lasciate riposare in frigo per almeno un'ora.

Prendere un foglio di carta forno e stendere in modo regolare il composto, formate un rettangolo spesso 5-7 mm e spalmateci sopra la crema che preferite, pomodori, olive o carciofi, arrotolate dalla parte lunga a quella corta. Lasciate in frigo mezz'ora e poi tagliate ( in alternativa in freezer 10 minuti) ogni cm una rotellina.

Distanziate bene sulla leccarda e infornate a 180°C per 15-18 minuti, fino a doratura.

venerdì 14 dicembre 2012

Zuppa di cavolo canavesana.

Questo è un piatto del quale esistono numerose varianti, da paese a paese ci sono variazioni, questa è quella che mangio sempre io a casa di Ezio, a me piace da matti così, lui la fa rigorosamente sulla stufa e con il tegame di terracotta, io la faccio sui fuochi con la padella in acciaio a fondo alto con fiamma al minimo.



Per questa zuppa servono, dosi per 4 persone:

1 cavolo verza;

200 g di salsiccia (per me senza aglio);

200 g di fontina;

200 g di passata di pomodoro;

pane fresco q.b;

1l circa di brodo vegetale (home made per me).

Detesto scrivere q.b. ma in questa ricetta è un po' tutto a occhio e tutto dipende dalla capienza della padella che conterrà la zuppa.

Si comincia tagliando a fette il pane e si mette al fondo della padella,si aggiunge un po' di brodo in modo da non lasciare il pane  a contatto con il fondo della pentola, poi si lava la verza e si adagia sopra uno strato di verza, poi uno con il formaggio tagliato a cubetti, un po' di salsiccia e il pomodoro, si prosegue facendo gli strati fino ad arrivare al bordo della pentola.

Preferite un tegame largo e non troppo basso.

Io metto sempre la pentola nel fuoco più piccolo al minimo e lo spargifiamma.

Si aggiunge brodo di tanto in tanto per bagnare gli strati, aggiungete poco per volta, la zuppa dovrà cuocere un'ora, un'ora e mezza. La consistenza la decidete voi, se vi piace più umida aggiungete più brodo se no aggiungetene meno.

martedì 11 dicembre 2012

Biscottini cacio e pepe.

Vi state preparando per il Natale? Io detesto in Natale, da sempre, l'idea di pensare un regalo per persone che non vedo da mesi mi fa innervosire e poi non ho mai tempo, non mi godo l'acquisto del regalo altrui facendoli normalmente il 23 pomeriggio o il 24 e, tutti gli anni, parto con l'idea di fare qualcosa già a ottobre, ma  il lavoro, il non aver una scadenza, insomma alla fine non faccio mai nulla e mi riduco a non avere idee e correre per negozi, tutti gli anni.

L'unica cosa che mi piace del Natale è il cibo, mangio tanto di quel salmone da vedermi le pinne e le branchie al mattino allo specchio, alla fine tra me e Poldo non so chi sa più di pesce, abbiamo entrambi la stessa faccia estasiata dopo, tutti e due col panzotto pieno, l'unica differenza è che poi lui si infila in un letto e dorme tutto il pomeriggio, io invece faccio altro, preparo qualcosa per il giorno dopo magari.

Quest'anno ho deciso che oltre ai soliti biscotti dolci che uso negli swap farò anche quelli salati per il pranzo di natale, da qui i biscottini cacio e pepe, ovviamente io non posso mangiarli contengono burro, preparatevi a sentirne l'odore per qualche giorno.




Ingredienti per due leccarde di biscotti:

240 g di farina;

100 g di pecorino;

1 cucchiaio di pepe macinato, io ho usato due bacche di pepe selim;

140 g di burro;

2 cucchiai d'acqua ;

sesamo a piacere;

olio di riso per spennellare.

Condivido con voi la mia scoperta, la frolla si può fare col mixer...forse ero l'unica a non saperlo ma scoprirlo mi ha resa felice.

Dopo aver pesato tutti gli ingredienti metterli dentro ail mixer, avendo cura di avere il burro freddo, azionarlo aspettando che il composto formi le briciole, aggiungere un po' di acqua e fare la palla dell'impasto che, coperta dalla pellicola rimarrà in frigo un'oretta.

Stendere col mattarello la pasta e lasciare uno spessore di 5-7 mm tagliare con una formina , spennellare la superficie con dell'olio e cospargere di sesamo, a questo punto con infornare a 180°C per 12-18 minuti a seconda della dimensione del biscotto.

Aspettate che si raffreddino prima di mangiarli, son più buoni.

lunedì 3 dicembre 2012

Monferrato 2 taste...terza e ultima parte.

Con vostro grande sollievo sono arrivata alla fine, non è facile raccontare un w-e così intenso, meno male che Eve ha deciso che non aveva più voglia di far foto, almeno i post si son dovuti ridurre.

Vi ho lasciati subito dopo pranzo, dopodichè siamo andati all'alberghiero, chissà perchè non l'ho mai preso in considerazione, avrei potuto imparare un sacco di cose interessanti, sono rimasta stupita dalla dimensione delle cucine, d'altronde se ci penso, noi avevamo un azienda con capi bovini...insomma ogni scuola ha la sua vocazione e sopratutto il suo modo di mettere in pratica quello che si impara sui banchi di scuola.

In ogni caso mi ha lasciato di sasso la stanza dove si impara a cucinare, una sorta di aula magna con banchi in inox, una cucina completa di lavandino (a pedale) piastre, cappa e anche schermo, già perchè noi eravamo tutte belle in alto a cucinare e lo Chef in basso con il microfono a mostrarci come avremmo dovuto cucinare la nostra cena.

Compagna di cucina Ale , questa era in assoluto la mia prima esperienza in un posto del genere devo dire la verità ero leggermente nervosa, mi son sentita sotto esame, ma fortunatamente la questione era molto più facile, abbiamo cominciato dall'antipasto, primo , secondo e dolce...insomma ad ogni preparazione scendavamo dalle nostre postazioni per mangiare tutte insieme.


Le nostre preparazioni e la nostra cena:



Alle 8 abbiamo finito di cucinare e anche di mangiare il dolce...eravamo tutte e sei esauste, tra il caldo, lo stare in piedi, gli odori, siamo arrivate in albergo sabato sera e l'unico pensiero è stato "TISANA!!!" , certo di sabato sera sembravamo delle nonnine ma eravamo felici di come era andata la giornata per quanto fosse stata pesante.

La domenica mattina ci han fatto dormire un po' di più, il nostro programma era una spa dove avremmo goduto di un trattamento al vino, un light lunch (avete inteso che qui non era mai niente light nella quantità) e poi saremmo rientrate a casa.

Mi spiace dirvelo ma ...la spa era meravigliosa!Ca' san Sebastiano è davvero bella, ti sembra quasi che il tempo lì si sia fermato, l'arredamento ricorda molto le case francesi, con un po' di shabby.



Vi lascio con il mio pranzo...una delizia, dopo il primo assaggio ho guardato Anna l'altra blogger che aveva preso la mia stessa pietanza e avevamo entrambe lo sguardo estasiato, spa meravigliosa e cuoco bravo, ma perchè andarsene!!!!



Il mio antipasto era:

uova in camicia con crema di toma Raschera e cardo gobbo.

L'uovo in camicia era cucinato perfettamente, un 10 se lo meritava tutto.

Il mi primo era:

mezzelune ai carciofi con robiola di capra.

Un piatto che non mi ha stupito per la sua sapidità e che,non riprenderei, d'altronde non è ancora tempo di carciofi.

Il secondo era:

timballo di verza e baccalà in guazzetto con cipolline borretane.

al primo morso sono rimasta davvero senza parole ho dovuto farlo assaggiare a Ale, il baccalà si scioglieva in bocca, una cosa libidinosa.

Il dolce:

bonet alla monferrina con mouse alla cannella.

Buono, ma col bonet già di suo con un gusto molto deciso la mousse alla cannella risultava troppo...non per questo non l'ho finito!

Tutta questa bontà a un costo contenuto, 35€, i menù prevedeva due antipasti e non solo uno ma tra le mie intolleranze, il fatto che erano due giorni che riempivo il pancino in modo assurdo non volevo strafare, già così son stata l'unica della tavolata a prendere dall'antipasto al dolce, ma se tornassi indietro lo rifarei, tranne i capellacci.

Vi lascio ringraziando tutti quelli che hanno reso possibile questa bellissima esperienza, Alexala per prima che è l'agenzia turistica che ci ha regalato questi tre giorni bellissimi facendoci conoscere alcune delle eccellenze attraverso Lisa e poi tutti, dallo Chef a Mattia, che è stato pazientissimo e davvero molto carino con noi, accettando sempre lo scherzo, al proprietario di Ca' san Sebastiano e tutti i negozianti che ci hanno accolte con il sorriso sulle labbra e tanta tanta voglia di farci capire quanto amore ci mettono nel proprio lavoro.

Un grazie anche a Lara, compagna di avventura solo per una sera ma di una simpatia genuina e diretta e grazie a Manuela , in primis per la tisana e poi per le chiacchiere, la simpatia e la facilità di rapporto, è sempre bello conoscere persone stimolanti e questo tour era ricco, ricco di conoscenze diverse, di sapori e di ambienti informali stimolanti.

Grazie a tutti anche per aver letto tutto, coma al solito son prolissa.


 Buona giornata!

venerdì 30 novembre 2012

Robiola di Roccaverano con lo zahtar.

Sono a dieta, ebbene sì sono a dieta, non di quelle che mangi 20 g di pane 10 di olio, hai i crampi allo stomaco e non ti è concesso nemmeno un kiwi, no no, la mia dieta è fattibile, certo non posso mangiare i derivati di latte vaccino, nemmeno la carne rossa, tanto meno le patate, per non parlare dello zucchero, bandito!

Ok, devo dire che a volte fatico, vai a ristorante e devi scartare tutti gli alimenti che non dovresti mangiare e avanza poco normalmente, a casa è più facile ed è anche più creativo.
Questo tipo di preparazione l'ho sempre adottato perchè semplice, abbastanza veloce e mi consente di fare altro. Piace sempre a tutti, normalmente uso spezie differenti, come origano, pepe, peperoncino e cardamomo o menta, questa volta ho voluto provare con questa spezia.

Ho scelto la Robiola di Roccaverano perchè è di latte caprino, normalmente uso la Robiola d'Alba (latte vaccino), devo dire che non è male ma sarebbe stata più buona con la robiola d'alba perchè ha un gusto più delicato e le spezie si sarebbero sentite di più.


La preparazione è semplicissima, io per l'occasione mi sono comprata due cocottine, normalmente uso la carta forno,  prendo la robiola adagiandola nel centro aggiungendo poi le spezie sopra, dopodichè la chiudo prendendo i lembi e rigirandoli insieme a formare come un nodo sopra, inforno a 200°C per una decina di minuti e servo.  Non ho messo la foto della robiola cotta...non volevo disgustarvi, si sa il formaggio cotto non è fotogenico! Con la cocotte si evita la carta forno (rifiuto indifferenziato) e si ha lo stesso risultato. (Per caso vi è sembrata una scusa labile? Volevo le cocotte da tempo, ma dovevo trovare la scusa giusta!).


Direi che con una forma di Roccaverano o di Robiola d'Alba si fa un antipasto per due persone.

Con questa semplicissima ricetta partecipo al contest di Orodorienthe, se non siete mai andati sul loro sito ve lo consiglio, troverete tea e spezie in quantità.

martedì 27 novembre 2012

Monferrato2taste...seconda parte.

Nello scorso post vi ho lasciati a cena...cioè non voi, noi!

Il giorno successivo, il ritrovo era nella hall dell'albergo, ore 8.00 oddio io ero sveglia come al solito dalle sei ma il sabato adoro poltrire nel letto, dopo una colazione luculliana...colazione al buffet in cui sono riuscita a mangiarmi due bombolini (bomboloni mignon, siamo nella patria della pasticceria mignon qui) e una quantità di altra roba non indifferente, per un attimo mi son sentita in vacanza, l'unica differenza è che poi non son salita in bicicletta, no dopo abbiamo fatto un giretto a piedi (misero per quello che mi ero ingurgitata dalla colazione in poi) con lo Chef Sardi (infortunato) e Mattia, l'aiuto cuoco/badante, il nostro giretto ci ha portato a conoscere diverse realtà, fra cui questa galleria di fatto privata ma di libero accesso al pubblico...tranne due notti al mese in cui viene chiusa a sorpresa.



E cosa siamo venuti qui a fare, oltre che vedere questa bellissima galleria?

In realtà siamo venute a conoscere la proprietaria della pasticceria Bonadeo.



E poi abbiamo continuato il nostro tour per reperire i prodotti che diventeranno la nostra cena.



Il realtà il nostro giretto prevedeva di sostare solo in alcuni negozi del centro ma nella realtà siamo stati catturati da tantissime vetrine e dai suoi negozianti, ognuno dei quali aveva qualcosa da raccontarci e farci assaggiare. Tra l'altro è stata emblematica una negoziante di tea che dopo aver visto l'assalto di 6 donne munite di macchina fotografica o telefono ci ha chiesto "state facendo un corso di fotografia???" ...mmm mi sento sempre molto giappa quando faccio queste cose.



Abbiamo visto/ assaggiato bontà di ogni genere, come in questo  bar, che a chiamarlo bar si arrossisce, il proprietario gira per l'Italia nell'intento di trovare prodotti d'eccellenza da vendere nel proprio locale



Una sosta obbligata è stata la pasticceria  "Zoccola" se il nome lascia un po' basiti il sapore di questi cannoli è meraviglioso, croccanti, sapidi ma non troppo dolci e con un ripieno che ti si scioglie in bocca, i gusti sono tantissimi, da quelli più comuni, zabaione e crema a quelli più ricercati, nocciola, crema di moscato, crema di barbera, panna, pistacchio e tanti tanti altri. Un consiglio, se siete nei paraggi andateci perchè ne vale la pena.

Il nostro giro continua, ci spostiamo verso Aqui per andare a conoscere l'azienda Adorno nelle aziende agricole mi sento sempre a casa, adoro il contatto con la terra e con gli animali, qui troviamo una bella azienda, poliedrica visto che ha un ristorantino, un vigneto e un allevamento di capre e vacche, in pratica un  agriturismo.

Ovviamente sono riuscita ad accarezzare una capra...ci ho messo un po' ma ci sono riuscita...ognuno ha le sue soddisfazioni nella vita.


Purtroppo a questo punto della giornata la mia Eve si è scaricata per cui da adesso in poi ho pochissime foto, alcune sono prese in prestito da Ale.

La particolarità di quest'azienda è senz'altro il Roccaverano, formaggio dop che noi abbiamo assaggiato...tanto per cambiare direte voi!

L'ultimo produttore che abbiamo visitato è stato senz'altro molto particolare, si tratta dell'azienda Marenco, la cosa  che mi ha assolutamente strabiliata sono le proprietarie, tre donne che hanno continuato con passione e innovazione l'attività viti-vinicola degli avi, quello che permea dalle loro parole dai loro sguardi è amore verso la loro terra e il prodotto che essa da loro, che dire vini davvero buoni, io non sono una gran cultrice del vino, normalmente ne bevo poco, quel giorno ho bevuto, bianco, due tipi di rosso e un passito, ovviamente accompagnata da un light lunch...insomma di nuovo a mangiare...



 E qui vi lascio, sappiate però che la giornata è continuata in cucina ma non in una normale...a presto.

martedì 20 novembre 2012

Monferrato2taste...prima parte.

Come spesso mi ripeto e ripeto agli altri, tenere un blog equivale a voler condividere una passione, io lo vedo un po' come entrare a casa di un'amica/o  con cui sei in sintonia e prendere un tea, qualche chiacchiera e un biscotto.

Partecipare agli eventi per blogger è questo, ritrovare amicizie e conoscere persone nuove con il quale si condivide il piacere del buon cibo e, nel caso specifico, buon vino, compagnia e relax.

Faccio una piccola premessa, mia nonna paterna è nata nel Monferrato, i suoi avi sono originari del Monferrato, io? Io transito sull'Alessandrino/Monferrato da almeno 8 anni, su e giù per l'Italia ma non mi son mai soffermata in questa terra ricca di natura, con una gran tradizione enogastronomica, che scopro solo ora...meglio tardi che mai.

Tutto comincia al Salone del gusto e con un giro organizzato dalla Biteg nello stand del Monferrato circus e già qui vengo a conoscere un panorama culinario interessante, di cui vi parlerò perchè vale la pena... appena cucinerò coi prodotti di quei fantastici produttori.

Tolto questo, l'incontro è fissato ad Alessandria all'hotel Alli due buoi rossi, ore 18,30, per una serie di coincidenze parto tardissimo e arrivo all'uscita dell'autostrada dove io e Ale dovevamo incontrarci, breve breefing e decidiamo la strada,io da amica fetecchia le lascio far strada  e al centro di Alessandria... ci perdiamo, giracchiamo un po' e poi, come mi succede sempre,entro in un negozio a chiedere informazioni...ci siamo perse a 500m dalla meta, arriviamo come sempre  in ritardissimo ma ci hanno aspettate (anime buone)!



Il tour inizia con un bel giro per la zona centrale di Alessandria in cui ho fatto pochissime foto, primo perchè faceva un freddo pitone e secondo perchè se no avrei dovuto allontanarmi da Lisa, la ns tour leader, e lei, come una cantastorie ci ha allietato con la sua vasta cultura.



5 foodblogger, 2 accompagnatrici...ciò mi fa pensare che qui si ha una bassa stima di noi, pensano forse che potremmo perderci oppure che si faccia troppo caos in giro per Alessandria, credo che sia la seconda, sopratutto perchè la prima tappa è una vineria Mezzo- litro ,suggestivo locale gestito da due donne del vino, trattano di vini locali e di alimenti il più possibile freschi e stagionali, ottimo per un aperitivo o uno spuntino a pranzo. Frizzante, leggero ma curato questo locale è davvero piacevole.



Ed ecco a voi Napoleone...se volete sapere cos'è dovete per forza fare un salto da Monica:



E dopo l'aperitivo cosa fanno queste 7 pulzelle?

Ci dirigiamo verso un ristorante, quale ristorante? Il grappolo il classico ristorante che ti da sempre la sensazione di non essere abbastanza elegante, tutto dall'arredamento ai  camerieri è armonioso...tranne 7 donne chiacchierone a cui si aggiunge un uomo chiacchierone, lo chef Beppe Sardi.

Il menù è "leggero"...agnolotti di carne e bollito misto...ok chi è che ha il coraggio di dire che non mangio il bollito...ho sudato freddo ma l'idea di mangiare lingua, testina e quant'altro ha vinto, con la mia solita faccia di tolla ho chiesto se era possibile non mangiarlo e lo Chef, con una noncalanche notevole, mi ha proposto una tagliata di fassona. Ho avuto modo di scoprire inaspettatamente uno Chef anomalo, giocherellone, alla mano, pronto allo scherzo e indubbiamente amante del suo territorio e della buona cucina.

Come ben sapete io sono una Piemontese del ciufolo, avendo una madre sarda, la cucina a casa dei miei è sempre stata filo sarda con alcuni dei piatti tipici piemontesi, uno che non sono mai riuscita a mangiare è in assoluto il bollito, ho una repulsione a non so cosa, quindi ricapitoliamo, non amo la maionese, quindi l'insalata russa non la tocco, non posso mangiare aglio, quindi niente tomini al verde, acciughe, bagna caoda mi riscatto però nei dolci, adoro lo zabaione il bonet e le bignole mignon...ditemi che son perdonata, ah adoro i grissini ...ho sicuramente tutta la vostra simpatia ora!

E ora qualche foto perchè se il bollito proprio non mi va giù e non è per niente fotogenico le 13 salse che lo accompagnavano erano bellissime e buonissime!





E poi questo...scusate l'ignoranza ma non avendo mai mangiato il bollito al ristorante questo attrezzo mi ha stupita :



E' un carrello richiudibile al cui interno, nel proprio brodo, vengono conservati e tenuti al caldo i pezzi di bollito, vengono così tagliati al minuto e serviti caldi...un lavoro che non potrei mai fare per due motivi, un po' per l'aspetto della carne e un po' per la mia estrema destrezza che regalerebbe spettacoli da circo con pezzi di carne volanti sui clienti...potrei creare un trend!

E con questa splendida cena salutiamo Lara, la nostra seconda accompagnatrice ,che l'indomani ci lascerà nelle mani di Lisa dello Chef e di Mattia, l'aiuto chef, ma questo ve lo racconterò nel prossimo post, sennò poi mi tacciano d'esser prolissa.

A presto!

venerdì 16 novembre 2012

Sapori dimenticati - autunno.

Buongiorno a tutti,

con sommo ritardo annuncio l'inizio delle raccolta dei sapori dimenticati sull'autunno, spero che ci e mi stupirete con delle varietà di verdura e di frutta dimenticati, nel periodo delle zucche, delle castagne, delle pere cosa ci proporrete?

Io vi propongo il nuovo banner:



il cardo (Carduus marianus L.), lo so che ai più non sembra un vegetale dimenticato, ma possiamo dire che è sicuramente meno usato di un tempo inoltre ha molteplici usi in cucina ed è usato anche come tonico e rigenerante del fegato e vista che questa è la stagione dei funghi sicuramente sarà molto utile.

Ed ora a voi la scena, provate e scrivete!

E come al solito la raccolta è doppia, per le ricette di frutta andate da Carlotta e Daniela qui, il loro banner:



Per partecipare esponete il nostro banner nel vostro post (per pubblicizzarci un po' ) e lasciate un messaggio con il link nei commenti , vi aspettiamo numerosi.

Ed ecco le ricette arrivate:

 

Trovate la lista delle ricette qui.

lunedì 12 novembre 2012

Bagna caoda senza aglio.

Ok, quante volte ho già detto che sono intollerante all'aglio???Beh un po', nonostante questo mia madre è sorda, non solo sorda ma pure sarda il che fa di lei un personaggio.

La scorsa settimana vedo un messaggio e una chiamata, ore 15, la chiamata era delle nove e il messaggio delle nove e mezza(del mattino ovviamente), il mittente mia madre, il messaggio era comico (visto dal mio punto di vista)" ho fatto la bagna caoda, venite a mangiarla ? Ho usato l'aglio  di Caraglio."

Ok una persona normale si direbbe : Mi prendi per il c@@o?????Non posso mangiare l'aglio perchè mi fa star male, che sia di Caraglio o divattelapesca sempre aglio rimane, ma Miss. Self control cosa fa? La chiamo: "Mom, ho visto la chiamata e il messaggio solo ora, mi spiace, ma tanto non posso mangiare la bagna caoda, l'aglio mi uccide, ti ricordi no??" e lei "Sì ma l'aglio è quello di Caraglio" e io pensavo , ma ce la fa???Oppure vuole sopprimermi?

In ogni caso questa cosa mi ha smosso ancora di più la voglia di questo piatto tipico piemontese che da due anni non mangio più.

Qualche settimana fa ho avuto l'illuminazione, sai quelle cose che dici o la va o mi spacca. Ho mandato una mail a Norma, per chi non la conosce direi che val la pena farsi un giretto nel suo blog.  Le ho scritto nella speranza di trovare una valida alternativa all'aglio nella bagna caoda, devo essere sincera mi aspettavo una risposta diversa del tipo:

il piatto tradizionale è questo, l'alternativa è non mangiarlo. Invece la risposta è stata questa:
...Una variante antica e tradizionale senza aglio è quella che prevede l'uso dei topinambur, che restano ugualmente cremosi e non sono pestilenziali, è una versione gradita da chi teme di essere inavvicinabile il giorno dopo!

...Dunque, lasciando perdere abbinamenti strani ed esperimenti vari, che nei secoli son già stati fatti, prendi un etto di topinambur per ogni commensale e un etto di acciguhe sotto sale.

Lava le acciughe in una bacinella con acqua e vino (metà metà) e togli le lische. Tratta i topinambur esattamente come l'aglio, tagliali a tocchetti e cuocili in un po' di latte, quando sono quasi disfatti schiacciali grossolanamente con la forchetta, aggiungi le acciughe, che si disferanno in pochi istanti,aggiungi un po' di olio buono, port a temperatura e gustatela così. Se poi vuoi dare una nota piccantina puoi usare un po' di peperoncino, ma prova su una piccola quantità...

Fammi sapere!!

Ciao!!

Norma


Giuro, io non ci avrei mai pensato, eppure...eppure è buona ve lo assicuro io l'ho fatta e l'ho digerita, il gusto è molto più delicato ma si avvicina a quello originale, sommariamente sono felicissima di averla provata e di poterla rimangiare nuovamente.

Vi presento messer Topinambur (Heliantus tuberosus), in piemonte è davvero molto conosciuto, il fiore è molto simile a quello dei girasoli selvatici e alle nostre latitudini infesta i campi, il che non è un danno sopratutto perchè è buono!

Lo so che la mia scelta è senz'altro discutibile, ma ho deciso di includere il topinambur della raccolta dei sapori dimenticati, non tanto perchè sia effettivamente un alimento non conosciuto quanto perchè è un tubero poco usato del quale avrei piacere di avere ampia scelta di ricette per il mio uso e consumo...si lo so è abuso di potere...quindi??!!!Tanto deciso io! Beh spero faccia piacere anche a voi, riscoprire vecchi e antichi sapori è sempre piacevole, presto aggiorneremo con molto ritardo la raccolta, vi aspetto numerosi.







Ingredienti per un pasto conviviale a base di bagna caoda:

200 g di acciughe già dissalate;

400 g di topinambur già pulito;

200 g di latte;

olio extra vergine di oliva in quantità.

E poi una nota marca di yogurt dice di avere la lista di ingredienti più corta della concorrenza, anche qui siamo ben messi!

In una pentola abbastanza capiente, 4 l mettere il latte e i tocchetti di topinambur all'interno, lasciar cuocere a fuoco lento fino a che non si sfaldano (aiutatevi poi con una forchetta) più o meno ci vorrà un'oretta, un'oretta e mezza (a secondo delle dimensioni).

Una volta raggiunta la consistenza desiderata aggiungete le acciughe che in pochissimo tempo si sfalderanno, aggiungere olio di oliva fino a coprire di uno o due dita di olio, portare a temperatura, nel mio caso a bollore.

Chi conosce questo piatto tipico sa che è inguardabile, fare una foto alla bagna caoda senza pensare che non si è attirati a mangiarlo è normale, in casa mia si mangia con sedano, cavolini di bruxelles, patate, cipolle, peperoni e pane...per la sana scarpetta finale.


martedì 6 novembre 2012

Zuppa di ceci di ciceriale.

Adoro i ceci. Mia mamma a casa me li faceva spesso, io a casa ns non li avevo mai fatti, il perchè è presto detto, ci vuole troppo tempo, l'ammollo, la cottura, tutto per dieci minuti di gloria mi viene da dire.

Responsabile un regalo mi trovo un barattoli di ceci, piccoli piccoli, ho sfogliato un po' di giornali e ho trovato una ricetta interessante che ho come al solito un po' rimaneggiato.



Ingredienti per 2 persone:

100 g di ceci secchi;

100 g di passata di pomodoro;

1 cubetto di spinaci congelato o in alternativa 100 g di spinaci freschi;

1 scalogno;

1 cucchiaio di olio e.v.o.  ;

1/2 cucchiaino di dado home made (potrebbe equivalere a 1/4 di cucchiaino di quello industriale) sciolto in poco meno di 1l d'acqua.

Per i ceci metterli in ammollo in acqua tiepida con mezzo cucchiaino di bicarbonato, lasciarli tranquilli per due ore.

Se mi seguite sapete che ho fatto pace con il secuquick e ora andiamo d'amore e d'accordo, quindi io ho cotto i ceci in abbondante acqua (non salata) per mezz'ora con la funzione turbo (il tempo normale sarebbe 2 h), li ho scolati e li ho lasciati da parte.

Scongelare gli spinaci in un tegame.

In un altro aggiungere l'olio e lo scalogno affettato finemente, lasciar soffriggere (volendo si può aggiungere l'aglio) e aggiungere gli spinaci e i ceci, lasciar insaporire, versare la passata e poi il brodo, lasciar cuocere per 20 minuti in pentola normale.



Note:

  • come avrete notato io mangio poco salato per cui nelle mie ricette il sale non è quasi mai menzionato, qui è il dado a rilasciare il sale e questo per me basta;

  • i ceci io li ho messi tutti interi, ma solo per una questione estetica, mi piace vederli , in pratica se ne possono frullare un po' per rendere più cremosa questa zuppa;

  • come al solito le zuppe son sempre più buone il giorno dopo, questa è stata fatta la sera per il giorno dopo, se arrivasse a sera sarebbe decisamente più buona ma dubito che ci arrivi.

martedì 30 ottobre 2012

Salsiccia allo zahtar.

Per chi ancora non lo sa sono intollerante all'aglio, il che sembra essere un problemino da nulla confronto a quello della celiachia o chessò all'allergia di mia sorella al metabisolfito, però anche l'aglio è una bella rottura, in primis perchè io adoro la bagna caoda e ho dovuto smettere di mangiarla perchè non ne uscivo viva, per un quantitativo minimo stavo male solo il giorno dopo poi però una volta ho detto "massì se devo stare male tantovale che mi levo la voglia, me ne mangio una ciotolazza e ci affogo dentro peperoni, cipolla, topinanbur, carote etc etc" risultato? I 4 giorni successivi me li ricordo ancora, quindi mi viene da dire niente più aglio. Già ma praticamente la cultura mediterranea usa l'aglio ovunque, partiamo dal pesto, dagli insaccati, dall'arrosto, da qualsiasi cosa, il mio dramma è che magari non sempre ne sento il gusto o l'odore essendo perennemente raffreddata ma poi ho sto malloppo di roba che va su e giù, ricordandomi che sono tonta.

Quindi direte voi? Quindi ho finalmente trovato due produttori di salsiccia che non ci mettono l'aglio e io sono finalmente tornata a godermi tale bontà, una è una donna che vende prevalentemente formaggi al mercato del mio paese, salsiccia di suino e l'altra invece è quella della c@@p mista, suino, tacchino e pollo, infatti il colore è più biancastro. Inoltre, con un tocco di genio che in questo periodo mi contraddistingue ho finalmente capito come funziona la mia fantastica batteria di pentole, ma sopratutto come funge il secuquick  e, dopo ben 4 anni è diventato il mio migliore amico!

Questa ricetta è semplicissima, non avrebbe senso pubblicarla se non fosse che l'ho fatta due volte e che se la facessi ancora Nico se la papperebbe in due balletti.



Ingredienti per 3/4 persone:

400 g di salsiccia;

4 patate;

120 ml di passata di pomodoro;

1 cucchiaino abbondante di zathar.

Basta non c'è nè olio nè sale, ovviamente nemmeno aglio.

In ogni caso si tagliano le patate in tocchetti piccoli da 2/3 cm e si mettono nella pentola, si aggiunge la passata di pomodoro e la salsiccia tagliata a tocchetti, per ultimo si aggiunge lo zahtar, si mescola e si chiude con il secuquick, cottura soft per 15 minuti (in tutto ce ne vorranno 30) si apre e si mangia.

Con la cottura tradizionale credo ci voglia una buona ora e mezza.

Ok, sono stata banale ma sono davvero felice di aver fatto pace col secuquick!

Note:



  • lo zathar è una miscela di spezie composta da: origano, timo, sesamo, sale 3%, sommacco.

lunedì 22 ottobre 2012

Torta di zucca e nocciole.

Sono giorni strani questi, la scorsa è stata una settimana diversa, fatta di cose nuove e ritorni. I ritorni sono stati quelli allo yoga, avevo smesso e ho dovuto forzatamente riprendere,  risultati? Subito molto tranquilla e serena, dopo ? Ok, camminiamo con calma che mi fanno male i polpacci, ok, anche le anche, uhh ma 'sti piatti dovevo metterli così in alto? Com'è che non mi si distende il braccio verso l'alto? Ma il clou è stato non riuscire a sfilarmi la maglietta da sola, cosa che se non c'era Nico potevo vagare con le braccia incrociate appena sopra il mento e la maglietta incastrata, ovviamente tenendo gli occhiali saldi sul naso.

Ma finito questo, che va da sè, mi ha limitata non poco nei movimenti e nelle cose che volevo e potevo fare nel week end, domenica mi giro nel letto e la mia prima parola è stata "me@@a" già, mi si è incriccato il collo, una bella contrattura, una di quella che dici, ok adesso mi giro, aspetta che giro anche la spalla va. Mia nonna, che per inciso si è rotta femore e spalla a giugno, sta meglio di me.

Ho un corpo da novantenne e me ne vanto ecco!

Qualche tempo fa  mia madre mi ha dato un'enorme zucca, sa che mi piacciono per cui le ha piantate solo per me, il problema ora sarà smaltirle, con un pezzo della prima ho creato questa torta il principio è quello della torta di carote.





Ingredienti per una tortiera da 28 di diametro:

3 uova;

300 g di zucca grattugiata;

130 g di zucchero;

150 g di farina;

1 cucchiaino raso di lievito;100 g di burro;

80 g di nocciole tritate.

Dividere le uova , montando a neve ferma gli albumi e i tuorli con lo zucchero sino a quando non diventeranno spumosi, unire il burro ammollato e lavorare il composto con un cucchiaio di legno, mescolare poi la farina, le nocciole e lo lievito, inglobare per ultimi gli albumi dolcemente, con movimenti dal basso verso l'alto.

Infornare a 180°c -170°C per 40-45 minuti.

L'interno della torta risulta umido, almeno la mia lo era essendo la zucca molto acquosa ma ha passato la prova padre, lui l'ha mangiata definendola buona e per uno che non mangia la zucca direi che è tutto detto.



sabato 20 ottobre 2012

Confettura di pere e cioccolato.

Ale mi chiede "Vuoi delle pere?Sono dell'albero del papà della mia collega." Io collego, pere coltivate in proprio uguale pere non trattate, le rispondo bella citrulla un "Sì" segue tiritera per decidere dove e come ci vediamo che, caso vuole sia la sera stessa. E' vero viviamo nella stessa regione, ma siamo comunque a un'ottantina di km e io sono proprio in centro al capoluogo di provincia e chi, per lavoro o per qualche altra motivazione, deve attraversare la città da centro a nord nell'orario di punta capirà bene il caos che genera, ma io sono una vera volpe, chiamo il mio migliore amico e fisso una cena improvvisata a casa sua (vabbeh ci conosciamo da così tanto che oramai non si stupisce più delle mie uscite) mangiamo di corsa un boccone insieme e poi andiamo a incontrare Ale, sì sarebbe stato più semplice vederci  per cena ma se no che gusto ci sarebbe stato a fare tutto sto trigo?

Quindi quando ci vediamo apre il bagagliaio della sua macchina, io l'ho guardato e ho pensato...ma che è sta macchina ha il doppio fondo??Oppure ha la tappezzeria con disegnate le pere? Frauleen credo che abbia avuto un attimo di ansia, il suo bagagliaio è più simile a una borsetta estiva non ci sta ciufolo...comunque a quanto pare c'erano 25 kg di pere, io credo, anzi se ci penso è così, è stata la prima volta che ho visto così tante pere, ovviamente ho distribuito un po' di pere perchè non era pensabile che potessi lavorarle tutta da sola.

Così ho creato un po' di confetture, pere e cannella, pere e cardamomo, pere e zenzero e pere e cioccolato.

Le pere erano molto dure ed erano Kaiser, belle granulose, avrei dovuto aspettare un bel po' prima di mangiarle , ma dovendo lavorarle andavano benissimo perchè erano poco acquose. Come mi aveva detto Ale, lo scarto è attorno al 40% ed è vero, armatevi di pelapatate, coltello e tanta pazienza.




Per questa confettura servono:

1kg di pere già pulite;

220g di zucchero;

1 busta di fruttapec 3:1;

1 limone spremuto;

200 g di buon cioccolato fondente.

So che non si dovrebbe fare ma ho tritato in modo grossolano le pere, in modo da avere pezzetti molto piccoli, poi a freddo ho aggiunto zucchero, fruttapec e succo di limone, ho aspettato che il composto bollisse per i minuti necessari (fare le prova cucchiaino) e ho aggiunto a fuoco spento il cioccolato fondente, ho girato velocemente e imbarattolato. Il composto così risulta molto liquido, ma diventerà sodo. Oggi ho aperto un barattolino per assaggiare, fantastico, non è dolce e si sentono benissimo le pere e il cioccolato, direi che presto creerò qualcosa con questa leccornia.

A presto.

martedì 16 ottobre 2012

Saccottini toma e radicchio al sesamo, la mia ricetta per la Fieradella Toma.

Eccomi con un giorno di ritardo a raccontare della Fiera della Toma, intanto ringrazio gli organizzatori e le altre partecipanti, ci siamo davvero divertite un sacco, Lidia la nostra speaker, ci ha fatto ridere tutto il giorno con una battuta dietro l'altra, ho condiviso con gioa e divertimento l'esecuzione della mia ricetta con Ale, e poi la sua e anche quella di Alessandra, è stata una bella esperienza, sicuramente ancora migliorabile per rendere più facile il lavoro a noi e più facile la distribuzione dei prodotti alle persone, ma è stata assolutamente una giornata piena di sorrisi.








Porzione per 7/8 saccottini, tempo per la  preparazione 30 minuti.

1 rotolo di pasta sfoglia fresca;

½ radicchio rosso o 1 se piccolo;

1 uovo;

50 gdi toma;

olio extra vergine d’oliva q.b;

semi di sesamo a piacere;

pepe verde.

Affettare finemente il radicchio rosso, nel mentre scaldare in un pentola un filo d’olio e lasciare appassire per una decina di minuti, passarlo poi al mixer per ridurlo un po’.
Tagliare a piccoli tocchetti la toma.
Accendere il forno con la funzione ventilato a 200 °c.
Con una forma da biscotto, tagliare due cerchi per saccottino, mettere mezzo cucchiaino di radicchio, una spolverata di semi di sesamo e un tocchetto di formaggio, richiudere il saccottino con il secondo disco, spennellarlo con l’uovo e aggiungere i semi di sesamo sopra.
Per agevolare l'incollaggio dei due dischi insieme spennellarne uno con l'uovo sbattuto.
Preparare tutti gli altri saccottini e infornare per 10-15 minuti o fino a che non vi sembreranno cotti.
Servire caldi.
Giusto perchè gli sprechi non mi piacciono molto, per non buttare la pasta sfoglia avanzata,spennellatela con l'uovo e aggiungete del sesamo, infornate insieme ai saccottini e serviteli con loro.

Ancora una cosa, giusto per essere sempre logorroica, da questo post in avanti il mio blog diventa sito e il nuovo indirizzo è www.montagnedibiscotti.altervista.org a breve inserirò anche la possibilità di ricevere i miei post completi via e-mail (il tempo di capire come farlo per intenderci, quindi il breve è del tutto relativo) e tutto quello che manca del vecchio.

Spero mi seguiate anche in questa nuovissima avventura.

lunedì 8 ottobre 2012

Fiera della Toma di Condove 2012, io ci sarò e voi?

Ci sono cose che fai perchè ti piacciono, cose che fai perchè devi e cose che fai perchè un'amica ti coinvolge.

Questo è il caso, merito di Ale che ha pensato a me e ad  Alex. Il progetto è carino, si cucina, puoi mica tirarti indietro? Macchè!

Noi saremo lì il 14/10, che fate venite, saremo in piazza, con tanta toma e tanta voglia di spadellare.

Vabbè aggiungo anche che si può vincere una toma,come? leggete il regolamento qui.


Queste sono le nostre tre preparazioni:

Saccottini di toma e radicchio al sesamo, i miei.

Crema di broccoli e toma in cestini di pasta fillo, di Ale.

Crepes di farina di castagne con toma e pere, di Alex.




 

Cucineremo tutte insieme per creare degli assaggi per chi ci sarà, tu ci sarai?

 

 

mercoledì 19 settembre 2012

Pdf della raccolta sul farro.

 

il farro e le sue ricette banner

Buongiorno a tutti, ho deciso di scrivere un post invece di mettere il pdf nell'apposita pagina (qui) anche per farvi sapere che sono viva, sto bene e ritornerò a riempire questo spazio, sono rimasta ferma per oltre un mese, come al solito non sempre mi è facile conciliare la mia vita con il blog e sopratutto essere sempre ispirata, ma chi mi segue da un po' si sarà sicuramente accorto di queste cose, per i nuovi...abituatevi presto!

Mi piacerebbe tanto parlarvi anche delle mie vacanze, chissà se riuscirò a farlo prima della fine dell'anno, ho veramente dei tempi faraonici.

Ringrazio tanto Dada per essersi offerta di aiutarmi, da sola avreste aspettato la millesima glaciazione  ecco a voi il pdf_farro_dolci  a cui  aggiungo anche Pdf farro ricette salate .

A presto (spero!).

lunedì 6 agosto 2012

Rifugio Giacoletti dal Pian del Re (Cn).

Penultimo week end prima della partenza delle nostre vacanze (del quale parlerò sicuramente al rientro…aspettatevi un post lunghissimo e pieno di foto) questo fine settimana l’aveva programmato da un paio di mesi Nico, felice di poter ritornare nel cuneese nei pressi del Monviso, se ci penso bene quasi 8 anni fa provammo a fare l’ascesa al Monviso mancava poco alla vetta ma il tempo prometteva fulmini e saette, non rischiammo, lui è sempre lì e noi prima o poi riusciremo ad andar su. Non bisogna sfidare la natura ma portarle rispetto.

Il nostro giro incomincia venerdì mattina, partenza da casa, rientro dopo mezz’ora perchè mi ero dimenticata gli scarponi…classica domanda: “hai preso gli scarponi?”  io: “umm non li hai presi tu?” risposta “ahaiohausfhcauhfialn” rientro a casa e ripartenza, ritardo sulla tabella di marcia 1h , Nico felicissimo, felice come quando ti schiacci un dito chiudendo la porta di casa…

Comunque si riparte, destinazione Pian del Re.

Dopo Saluzzo comincio ad aver fame, a Paesana rischio di mangiarmi lo sterzo dell’auto quindi insisto per fermarci in una panetteria, ho gli occhi famelici, iniettati di sangue e la lingua fuori dalla bocca…Nico cede, entriamo in un paesino, Calcinere, salendo al pian de Re si trova a destra a 8 km da Crissolo, stradina che man mano si riduce a una corsia, sulla destra c’è un ristorante e sulla sinistra una panetteria, di quelle vecchie con l’insegna sopra la porta e la tenda per non far entrare le mosche, l’unico segno che il tempo è quello del 21 secolo, il tappeto per entrare, in Vibram (d’altronde siamo in montagna). Entriamo speranzosi di trovare una mega leccarda piena di pizza bianca o una di margherita, nada, davanti a noi stagere (ripiani) piene di filoni di pane , sulla sinistra un ripiano basso pieno di:

baci di dama tutti al cioccolato,

anicini,

torcetti di due tipi diversi,

paste di meliga (saranno state almeno 200);

una ciambella dolce;

altri biscotti al cioccolato;

gallette per la colazione.

Stavo per svenire, durante la marcia avevo deciso che non avrei mangiato dolci…seeeeeeeeee allora se mi metti davanti una scelta del genere come faccio a  dir di no?

Nicola ha preso un filone di pane e io una manciata tra paste di meliga e torcetti, €4,50 non proprio economico direi. Comunque uscita dalla panetteria ho addentato la prima pasta di meliga prima di arrivare alla macchina (2 metri) oddio burro con farina di mais, una roba da libidine, i torcetti buoni ma non la fine del mondo, il pane ottimo cotto nel forno a legna, vi lascio l’indirizzo ve lo consiglio vivamente:

Panetteria Garzino Fr. Calcinere 35 Paesana (Cn) tel 0175/94152

Non è economica ma è veramente meritevole.

Visto che il mio stomaco era pieno abbiamo potuto proseguire per Crissolo e poi per il Pian della Regina e proseguire per il Pian del Re, dal Pian della Regina si può arrivare a quello del Re con due ore di cammino, noi siamo saliti in macchina, avevamo l’attrezzatura d’arrampicata e la roba per tre giorni dietro, ok che ci piace andare in montagna ma proprio autoflagellarci no!

Come abitudine tolgo dalla custodia Eve per fare la prima foto, la accendo...memoria piena...nooooooooooooooo ho dimenticato la micro sd nel pc, ovviamente Nico non ha preso la macchina fotografica, però ho un lampo di genio, stacco il telefono e prendo quella micro sd...siamo salvi!!!



Arrivati al Pian del Re ((2020 m)abbiamo lasciato la macchina (parcheggio a pagamento), ci siamo cambiati le scarpe e messi i due piombi, ops zaini in spalla, destinazione Rifugio Giacoletti (2741 m ) la giornata era bella ma le previsioni davano brutto per il tardo pomeriggio.



Ci siamo incamminati baldanzosi superando i merenderos che andavano a vedere la sorgente del Po e il lago Fiorenza appena sopra. Mi ha fatto ridere un papà che diceva al figlio “vedi, quelle sono le corde per arrampicare, loro vanno sulla roccia” e io pensavo “ sì siamo due pirla che si portano uno zaino da 15-20 kg per 700 metri per poi andare a faticare ancora a scalare…” in ogni caso abbiamo passato il lago Fiorenza indenni, sarà che è in piano?



Mentre salivamo per il sentiero chiedo a Nico se ci fermiamo un attimino a bere, lui mi risponde candido “non abbiamo acqua la prendiamo alla sorgente del Po.” Punto primo, noi partiamo sempre con almeno un litro d’acqua a testa, punto secondo Nico, ca@@o, la sorgente del Po era al Pian del Re!! Ci siamo passati a fianco, sai dove tutti facevano le foto???Era lì!Faccia di sale di Nico…ok si prosegue senz’acqua…d’altronde l’ho scelto e me lo tengo così.



Abbiamo poi cominciato a salire su un sentiero abbastanza agevole insieme a miliardi di zanzare tigre, mi chiedevo come facessero a sopravvivere a 2000m comunque c’erano ed erano agguerrite,  ho capito solo dopo aver letto una guida il perchè di tante zanzare, il Pian del Re è una di quelle poche zone in cui ci c'è una torbiera relitta, è quindi una zona umida, un po' come il Pian del Nivolet, per rimanere sempre in Piemonte, noi non abbiamo visto la salamandra ma abbiamo sentito la fame delle zanzare!

La sete persisteva, haimè! Io ero pronta a gettarmi nel lago a modi cane e bere, Nico non ha voluto…vabbeh, fortunatamente sul sentiero della morena troviamo una sorgente(segnalata di rosso sulla roccia e con tubo di canalizzazione), acqua di montagna, gelata e senza sali, puoi berne 14 ettolitri ed avere ancora sete, comunque va bene, si riempie la borraccia, si attacca il pane e qualche zenzero candito e si riprende la salita, si sale, si sale, si sale e, si arriva a un bivio, noi saliamo e incontriamo solo gente che scende (e questo dovrebbe farci pensare….ma noi imperterriti saliamo come due stambecchi…stambecchi stanchi e vecchi però).



Gira che ti gira sto sentiero sale e sullo zaino sembra che ci sia seduto un uomo di 1 quintale! Dopo aver capito che effettivamente Nico mi vuol far fuori gliel’ho detto, ho anche argomentato bene tra l’altro: quest’anno come prima uscita voleva farmi fare 1300 m di dislivello, ma io a 1100 stavo spuntando l’anima e ci siamo fermati (bivacco Sigot), poi partiamo per questo sentiero senz’acqua, portando sulle spalle un peso non indifferente, ok far sport ma così è tentato omicidio!!!





In ogni caso vedo qualcosa muovere tra le rocce, una marmotta!!!Amen qualcosa di diverso dai soliti bipedi! Bella e curiosa è una marmotta giovane che ci segue con lo sguardo, faccio in tempo a fargli qualche foto e fischia, porca paletta ci ha assordati, il fischio in realtà assomiglia a uno squittio ma sembra dato dalle corde vocali non da un sibilo. Dopo aver fischiato pensavamo andasse nella sua tana, naaaa era curiosa si è alzata sulle zampe posteriori e ci ha guardato e fischiato (era un apprezzamento il suo?) alla fine ce ne siamo andati noi.



E così arriviamo qui ( a voi non sembra la testa di rospo???) :



e chi si vede???



Camosci! Da notare il primo a sinistra...non ho mica capito com'era messo aveva una zampa sollevata, salutava?



Arrivati al rifugio Nico voleva comprarmi con un pezzo di crostata ai mirtilli…a volte è ingenuo, un pezzo solo? In ogni caso mi convince ad andare ad arrampicare nella palestra di roccia lì vicino, d’altronde era quello che voleva fare, io ero stravolta. Dopo appena mezz’ora arriva il gruppo del Cai con il quale eravamo, per cui ritorniamo al rifugio e prendiamo posto nel dormitorio.

Il rifugio è piccino in realtà diciamo che ci sono 50 posti a dormire di cui dieci in piccionaia, i nostri posti dove sono??? Esatto piccionaia, dopo 700 metri di salita con uno zaino praticamente vivo che si muove a ogni passo dobbiamo salire una scala a pioli (fortunatamente agganciata con corda) e dormire su dei materassini di 70 cm di larghezza io ovviamente ho anche una trave a venti cm dalla testa…mi sembra giusto!

La nota positiva è che si mangia bene e le portate sono davvero generose, il che in montagna proprio non guasta.

Al mattino mi son fiondata giù dal materassino con un mal di schiena improponibile, ho preso Eve e sono uscita per due motivi, fondamentali :



gli stambecchi vengono fino a 5 metri dalla porta del Giacoletti perchè i ragazzi del rifugio mettono il sale sulle rocce e loro vengono a leccarlo, golosi!

E il secondo motivo è:



A sinistra in basso il Viso Mozzo e in alto a destra sua Maestà il Monviso (si nota dalla foto che siamo a livello neve? Immaginate il freddo!).

Il sabato è stata una giornata strana il tempo è stato un po' incerto, il ns programma prevedeva una via di 13 tiri, dimensione quarto, ma al secondo tiro Nicola ha insistito per scendere, in primis perchè avevamo uno zaino che anche a portarlo da secondi c'era da morire di fatica e poi, il tempo era molto incerto e con tutto il ferrame che avevamo addosso prendersi un fulmine è un attimo, in più la via non era molto intuitiva, al primo tiro Nico è uscito dalla via di un bel po' e nel secondo aperto da me mi è presa una strizza paura (che poi ho fortunatamente contrastato ma che per almeno due minuti buoni mi ha bloccata), così siamo rientrati insieme a un'altra cordata anch'essa spaventata dal fatto che le vie non fossero per niente intuitive e che quindi ci si sarebbe messo molto più tempo sfidando la sorte con un meteo in peggioramento.

La domenica c'era la festa al rifugio, cuociono ben 60 kg di costine di carne di maiale tutte interamente portate a spalle, vi ricordo sempre i 700 m di dislivello...comunque noi alle 8 eravamo già con i nostri zaini in spalla, volevamo fare il sentiero del postino in pratica saremmo scesi di un 300 metri per poi risalire altri 400 per poi ridiscendere al Pian del Re, ma eravamo in gruppo e tra Nico che si era aperto una caviglia arrampicando, gli zaini pesantissimi e due donne che per scendere il sentiero su roccia morenica e ruscello hanno tirato giù tutti i santi del paradiso chiedendo anche in prestito quelli nelle altre lingue, abbiamo dovuto desistere,a me ispirava e parecchio, andremo a farlo senza tutto quel peso sulle spalle, da soli, un'altra volta.

La discesa è stata gradevolmente accompagnata dal concerto sinfonico che ogni anno si tiene al Pian del Re.

E ora, la sorgente del Po...l'ho portato a vederla!



Non c'entra una cippa lippa sta foto ma ho dovuto fare questa foto a una macchina nel parcheggio al Pian del Re:



Credo che questo sarà il mio ultimo post del mese di agosto, ci rivediamo a settembre, spero di potervi raccontare le meravigliose vacanze che ci aspettano.

Namastè!

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